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Il Messaggero

Gli Usa insegnano a vender vino ... La moda del vino dilaga e il marketing si adegua. Le ultime frontiere vengono dagli Stati Uniti. Scoperto infatti che il consumatore si diverte con gli aggettivi esoterici dei degustatori tipo "profumo di fiori gialli, sentore di banana, o pelliccia bagnata", ma poi non sa come gestire l'acquisto di una bottiglia, i supermercati hanno deciso di razionalizzare le scelte. Basta farsi un giro da Bacchus Wine Made Simple a New York, oppure da Valalla Wineshop a Chicago, indirizzi "very trendy" per vedere che le nuove frontiere sono gli scaffali con raggruppamento di prezzi. La barriera? Quindici dollari, con ogni vino "raccontato" con un aggettivo - dolce, potente, fruttato, morbido, etc. - in modo che il consumatore possa fare la sua scelta sulla base di due parametri chiari (fascia di prezzo, sapore). E poi, degustazioni comparative, col vino giusto per ogni cosa, compreso il burro di arachidi, o il "jelly sandwich" (col quale viene raccomandato il Brachetto italiano). (arretrato de "Il Messaggero" del 30 aprile 2004)

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