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Il Sole 24 Ore

Farmer market meno cari dei negozi ... Prime esperienze degli agricoltori-venditori in città dopo l’autorizzazione di dicembre... Per ora non è ancora boom, ma secondo le previsio­ni del ministero delle Politiche agricole, entro quest’anno, sull’onda della legge appena varata, dovrebbero spuntare oltre 100 mercatini degli agri­coltori. Si potranno così acqui­stare anche in città prodotti di stagione appena raccolti, oltre a vino, olio, salumi e latticini trasformati in azienda, a prez­zi stracciati. Intanto c’è chi ha giocato d’anticipo. A Taranto, da qualche tempo, è operativo un farmer market, promosso dalla Coldiretti, a cui aderiscono oltre 15 aziende agricole che offrono un paniere completo di prodotti freschi e lavorati.

Il vantaggio? Garanzia di fre­schezza e spesa scontata. Non è certo la soluzione al caro-prez­zi che ha infiammato i prodotti alimentari, ma la cosiddetta fi­liera corta un contributo lo può sicuramente offrire.

Nel farmer market di Taranto, nel centrale Corso Umberto, Rosanna Perpa, titolare dell’azienda agricola “Melabacio”, vende le mele golden a 0,60 centesimi contro 1,80 euro chiesto nei supermercati per lo stesso calibro. “Raccogliamo le mele nell’azienda di Martina Franca da agosto a ottobre - spiega Rosanna Perpa - la pro­duzione è di 8mila quintali, ol­tre 5mila le vendiamo nel no­stro mercatino, il resto all’in­grosso e il prezzo è lo stesso”. L’anno scorso, spiega la titolare dell’azienda agricola, le ciliegie “Ferrovia” di grosso calibro so­no state vendute a 1,50 euro, contro i quasi 4 euro dei negozi e mercati tradizionali.

Sempre nella struttura diTaranto si possono acquistare car­ciofi super scontati. “Il prodot­to è alle stelle e ha raggiunto 1 euro al pezzo - afferma Miche­langelo Loizzi, agricoltore - an­che per effetto del clima poco clemente, ma sul mio banco un carciofo si acquista a 0,60 cente­simi, e se si sceglie la confezio­ne da 20 bastano 3,50 euro”. Confezioni-famiglia anche per le rape: con due euro si portano a casa 3 chili, mentre fuori si viaggia su 1,50 euro al chilo. E an­cora, pomodorini a 1,50 euro (il prezzo medio è di 2,50), insalata a 0,33 centesimi il pezzo e cico­ria a 0,70 centesimi.
In questo periodo sul banco di Loizzi protagoniste sono ­le sono le clementine: “Ne vendo 3-4 quintali al giorno a 0,60 centesimi, sfido chiun­que a trovarle a meno di un euro. Ma il valore aggiunto è so­prattutto la freschezza. La mia azienda è a mezz’ora di mac­china da Taranto e così riesco a raccogliere la frutta la matti­na presto: per il consumatore è come coglierla direttamente dall’albero”.

Loizzi è soddisfatto anche del risultato economico: “La mia azienda non riusciva ad andare avanti, non avevamo neppure i soldi per pagare un litro di gasolio e invece oggi la situazione si è completamente ribaltata”.

Nel mercato degli agricoltori si trovano anche mozzarelle a 7 euro al chilogrammo e vini a 2 euro al litro, ma non mancano le super nicchie. Per esempio un capocollo da 40 euro al chilo di un’azienda che ha solo capi al­levati allo stato brado.

Taranto dunque ha fatto da apripista e sta dimostrando che il modello funziona, complice
anche una domanda sempre più forte di prodotti a prezzi sostenibili. E ora sono pronte a decollare in tutt’Italia nuove strut­ture gestite dagli agricoltori.

Ma ci sono anche produttori agricoli che hanno scelto for­mule diverse di vendita diretta. Giovanni Guida, agricoltore pu­gliese aderente alla Gia, ha aper­to tre punti vendita un po’ spe­ciali, riservati a vino, olio, man­dorle e comunque prodotti di stagione, anche lavorati, che provengono esclusivamente dalla sua azienda. Due nella zo­na dove opera, Crispiano e Castellaneta in provincia di Taranto, il terzo a Novara: “Vo­gliamo lanciare anche nel mer­cato del Nord - spiega Guida - il nostro Primitivo che vendia­mo a 5 euro la bottiglia. Senza intermediari riusciamo infatti a tagliare i costi: il 10% per il rap­presentante e oltre il 30% per il venditore finale”.


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