La Svezia privatizza la vodka ... L’operazione vale 4 miliardi - In corsa tutti i big del settore... Lo Stato scandinavo cede la holding che controlla Absolut, secondo marchio al mondo... La più grande privatizzazione dell’anno in Europa non sono né autostrade, né tlc o energia, ma 136 milioni di litri di vodka. Nella fredda e lontana Svezia sta infatti per andare sul mercato Absolut, il secondo marchio al mondo di vodka e il quarto gruppo di superalcolici. Fondata a Stoccolma durante la Prima Guerra Mondiale, da quasi cento anni V&S (la holding pubblica cui fa capo la Absolut) è in mano allo Stato svedese e ora verrà ceduta: il deal vale circa 4 miliardi di euro e, tanto per fare un paragone, supera il valore della privatizzazione di Alitalia (valorizzata da Air France circa 1,5-1,7 miliardi, compresi i debiti).
Partita in sordina il 2 marzo dell’anno scorso (annunciata nell’ambito di un processo più ampio che coinvolge ad altri gruppi statali, come la compagnia telefonica TeliaSonera), la dismissione dell’alcol di Stato svedese entra ora nel vivo e stanno scendendo in campo i big mondiali degli spirits: Diageo, Pernod Ricard, Bacardi e Fortune Brands. Sul tavolo di Morgan Stanley, l’advisor del Governo svedese, sono attese in questi giorni sette offerte, dopo che la banca aveva diramato inviti a manifestare il proprio interesse a circa 20 potenziali compratori, secondo quanto riferito dal quotidiano locale Svenska Dagbladet. Tra gli interessati ci sarebbero anche il gruppo francese del lusso Lvmh (cui fanno capo gli champagne più pregiati Krug, Moet&Chandon e Veuve Cliquot), il fondo Eqt Partners e l’indiana Ub.
Tra i sette che hanno inviato un’offerta preliminare, verranno selezionati cinque concorrenti che dovranno poi formulare un’offerta vincolante: per la fine di giugno la Absolut Vodka avrà un nuovo proprietario.
V&S è cara secondo i commenti degli analisti, ma offre sostanziali sinergie e benefici industriali. Soprattutto è uno degli ultimi big deal nel settore degli alcolici, ormai sempre più concentrato, come dimostra anche la recente guerra della birra scoppiata tra Carlsberg e Heineken per la conquista della britannica Scottish&Newcastle. Dagli uffici della Campari di via Turati, a Milano, guardano con molta attenzione a quello che succede a Stoccolma. Il gruppo della famiglia Garavoglia, secondo quanto si è appreso, non parteciperà alla gara: l’azienda italiana di alcolici ha un budget per lo shopping di circa 600 milioni di euro e l’acquisizione sarebbe troppo onerosa e caricherebbe di un debito eccessivo. Tra l’altro Campari ha già un marchio nel settore, l’americanaSkyy Vodka, e comprarsi Absolut rischia di portare a una cannibalizzazione. Il gruppo sta comunque alla finestra: è molto probabile uno spezzatino di Absolut, probabilmente per motivi Antitrust se a comprare sarà un big mondiale, ma anche se ad aggiudicarsela saranno i fondi di private equity, che potrebbero fare cessioni di rami d’azienda per rientrare dal debito. E allora il gruppo guidato da Bob Kunze Concewitz entrerebbe nella partita. Vin&Sprit controlla infatti tre business: oltre agli spirits (dove c’è Absolut ma anche altri brand noti come le vodka Level e Fris, Cruzan rum e il gin Plymouth), c’è un business di distillazione e una terza divisione che è il principale distributore di vini nel Nord Europa.
Comprare V&S significa anche portarsi a casa il mercato svedese visto che il gruppo ne detiene il 16%, ma quello che fa più gola è il mercato americano, dove Absolut vanta una posizione forte (suo il 9% del mercato)e soprattutto dove si aprono opportunità anche per la distribuzione: attualmente i marchi di V&S sono distribuiti da Fortune Brands e proprio la commercializzazione potrebbe interessare Campari. La casa di bibite, notavano ieri alcuni analisti, ha in portafoglio anche i vini Sella&Mosca e la divisione V&S potrebbe ampliare i mercati.
Secondo gli analisti Diageo, proprietaria della vodka Smirnoff e del Gordon’s gin, è ritenuto il candidato meglio posizionato, sia per motivi Antitrust (negli Usa non ha una presenza rilevante, mentre a Pernod-Ricard potrebbe essere richiesto di desistere dalla vodka russa Stolichnaya), sia perché l’acquisizione sarebbe facilmente digeribile (il rapporto debiti/mol salirebbe a 3 volte e mezzo, mentre per i concorrenti Fortune Brands e Pernod il multiplo salirebbe a oltre 6,5 volte).
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