Supertuscan di nuova gioventù ... E’ una delle più antiche aziende vinicole italiane, ma non è mai stata così fresca e pimpante: Ruffino, la grande casa toscana che nel secolo scorso è stata tra le prime a portare il Chianti classico in giro per il mondo, sta vivendo la sua seconda giovinezza. Merito dell’impegno di Luigi e Adolfo Folonari, i due fratelli che si dividono la guida della maison di proprietà del padre Marco e dello zio Paolo, con l’occhio attento all’innovazione e alla sperimentazione. Certo è che, dopo un periodo di assestamento seguito al riassetto delle varie proprietà agricole tra i rami della famiglia Folonari, la Ruffino di Pontassieve (Firenze) traguarda i suoi primi 130 anni di vita con un bel paniere di soddisfazioni. Le ultime annate segnano infatti un netto progresso di tutta la produzione che punta molto su vini morbidi e piacevoli, da bere tutti i giorni, senza con questo rinunciare ad alcune etichette di maggiore complessità e struttura. Come i due supertuscan premiati dalla critica enologica: Modus (elegante blend di Sangiovese e Cabernet Sauvignon) e Romitorio di Santedame, il vino forse più particolare della cantina, prodotto in prevalenza con il Colorino, antico vitigno toscano o coltivato nella tenuta di Santedame. Una delle maggiori proprietà dei Folonari che, sottto il cappello Tenimenti Ruffino, raccolgie sette tenute in Toscana e la cantina Borgo Conventi in Friuli (nell’area del Collio), per un totale di 600 ettari di vigneti. Punto di forza del marchio resta comunque la valida produzione di Chianti classico (la Risera ducale oro, prodotta in mezzo milione di bottiglie, è l’etichetta più famosa), cui si affianca, tra l’altro, un Brunello di Montalcino di razza: il Greppone Mazzi. Per bianchisti c’è da scegliere tra i delicati friulani, di fronte ai quali non sfigura, anzi, lo Chardonnay Solatia, prodotto nell’omonima tenuta nel senese, dedicata solo alla vinificazione di bianchi.
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