Circa 28 mila quintali di uva, in pratica 20 mila ettolitri di vino, vengono distrutti ogni anno dagli ungulati del Chianti. La perdita economica per le aziende si aggira tra i 6 e gli 8 milioni di euro. Sono i dati del Consorzio del Chianti Classico che ha deciso di passare al contrattacco presentando una causa di risarcimento a favore delle aziende associate che potranno dimostrare i danni subiti dai cinghiali e, negli ultimi tempi, dalla crescita del
numero di caprioli e cervidi che divorano i germogli delle piante. Le azioni risarcitone saranno rivolte agli enti che hanno competenza nel settore: Regione, Province di Siena e Firenze e Atc (Ambiti territoriali di caccia). La decisione di chiedere il risarcimento e’ stata presa dall’assemblea del Consorzio lo scorso 15 maggio anche se è dalla vendemmia del 2007 che è stato chiesto ai soci di documentare i danni subiti. Nel frattempo proprio la Regione ha varato un piano straordinario “che prende atto della situazione oltre ogni soglia di sostenibilità per quanto riguarda la presenza di cinghiali, ungulati e anche dei piccioni di città” e che autorizza le amministrazioni provinciali ad adottare interventi a tutela del territorio. Per quanto riguarda il cinghiale, a fronte dei 150 mila esemplari stimati, i numero dovrebbe essere pari a 50 mila. I danni risarciti sono stati 2 milioni e mezzo di euro nel 2007 e
altrettanti nel 2008. Grazie alle norme approvate, i soggetti preposti ad intervenire avvieranno i piani annuali di abbattimento e cattura. La Regione parla di “presenza squilibrata di alcune specie animali sul territorio, con conseguenti danni all’attività agricola e forestale, ma anche alla sicurezza dei cittadini, come dimostra il crescente numero di incidenti stradali causati da impatti con animali di grossa taglia”.
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