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Il VenerdÌ Di Repubblica

La Bottiglia ... Sotto il Vesuvio è nato un bianco alla francese ... Francia, verrebbe da dire davanti all’affascinante bouquet di questo bianco, per le note minerali che s’innestano su
un ricco tessuto vegetale: pesca gialla matura ma anche ginestra, timo e un vago tocco d’affumicato. Non è Francia. è Italia, è Campania, è Vesuvio. Nel calice il Lacryma Christi, uno dei vini più sviliti e maltrattati negli ultimi decenni del secolo scorso. Questo, di Villa Dora, pochi km da Pompei, dimostra invece tutta la potenzialità di una zona che fa parte del Parco nazionale del Vesuvio. Il primo merito va alla terra:
scura, di origine vulcanica ovviamente, da i nasce la mineralità alla francese. A parità di merito collochiamo la famiglia Ambrosio. Vincenzo, il padre, ha rilevato la tenuta nel 1995 e ha progressivamente coinvolto i tre figli (Giovanna, Antonio e Francesca)
nell’azienda. In tutto 13 ettari,
di cui 5 coltivati a olivi, età
media 60 anni, e 8 a vigna. Solo
vitigni autoctoni: Piedirosso e Aglianico rossi Falanghina
e Coda di Volpe i bianchi dal cui
blend nasce il Lacryma Christi.
Non tocca legno e ha due
caratteristiche oltre al fascino: è spiazzante e longevo.
Sul mercato il 2012, memorabile
il 2003. A Milano all’enoteca
Don Pietro, a Positano (Salerno)
alla Cantina delle Tre Sorelle
sui 20/22 euro.

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