Messaggi di solidarietà, come ha raccontato lo stesso Gianfranco Soldera, sono arrivati da tutto il mondo, alla cantina Case Basse dopo la distruzione di sei annate del suo vino (2007-2012). Dalle parole ai fatti, mentre dal reparto operativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Siena fanno sapere che sul caso Soldera le indagini proseguono a pieno ritmo, un’iniziativa di solidarietà arriva dallo stesso territorio della cantina: il consiglio straordinario del Consorzio del Brunello di Montalcino, a cui è intervenuto anche il sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli, ha deciso di farsi promotore verso i soci di raccogliere vino da donare alla cantina Case Basse. Per “un atto vandalico” che, sottolinea oggi la Fivi-Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, “non si tratta solamente di azione che provoca un danno economico, se pur rilevantissimo, ma di azione che deve essere considerata un vero e proprio attentato alla cultura che il vino italiano rappresenta”.
Il consiglio straordinario del Consorzio del Brunello di Montalcino, si legge in una nota, “ha voluto ribadire con forza la propria condanna per l’atto vandalico che ha colpito l’azienda Case Basse e riaffermare la solidarietà delle aziende produttrici e di tutto il territorio”. Solidarietà “espressa immediatamente dal presidente Fabrizio Bindocci, che ha manifestato fin da subito una sentita vicinanza morale ribadita anche durante un incontro con il produttore, durante il quale il presidente ha proposto azioni concrete”. Il presidente del Consorzio e il sindaco di Montalcino, che ha partecipato al consiglio a testimonianza di come la gravità del gesto abbia “colpito non un’azienda ma tutto il sistema montalcinese, che ha subito un gesto grave ed inaccettabile”, sottolineano che “il territorio è attivo e laborioso e la solidarietà tra produttori, che da sempre rappresenta un grande valore, è totale”. E “in attesa che le indagini facciano chiarezza su quanto avvenuto, il Consorzio si mette a disposizione dell’azienda Case Basse per qualsiasi supporto sia necessario”.
Indagini che proseguono, spiegano i Carabinieri, con un ulteriore sopralluogo nella cantina e nelle campagne circostanti per rintracciare e recuperare eventuali tracce e impronte utili per ricostruire i fatti della notte tra il 2 e il 3 dicembre, e per individuare i colpevoli del sabotaggio della cantina. Oltre alla ricerca delle tracce, i Carabinieri stanno interrogando anche tutti coloro che abitano nelle vicinanze della cantina sabotata per capire se qualcuno ha notato movimenti sospetti sia la sera del reato sia i giorni precedenti.
Per l’ufficio di presidenza della Fivi quanto avvenuto “ha dell’incredibile, oltre che dell’inspiegabile. Una cosa - si legge in una nota - è rubare 620 ettolitri di vino di altissima qualità o meglio 6.800 casse da 12 bottiglie, per metterle in vendita sul mercato nero, traendo lauti e fraudolenti guadagni. Altra cosa è scassinare una cantina, aprire le valvole delle botti per scaricare nella fogna questo vino, frutto di 6 annate agrarie di lavoro, praticato in un terroir unico e irripetibile”. Secondo la Fivi “i danni economici per la cantina e per l’indotto sono sicuramente ingentissimi, quantificabili in svariati milioni di euro, e a questi vanno aggiunti tutti i carichi biologici e ambientali”, ma soprattutto con questa vicenda “la cultura Italiana ha subito uno sfregio lacerante”.
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