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Mercati mondiali, stabili le importazioni di vino nei Paesi più importanti, ad eccezione degli spumanti, che crescono ovunque. A dirlo la fotografia di Unione Italiana Vini, sul suo “house organ”, “Il Corriere Vinicolo”, sui primi 9 mesi del 2014

Italia
Mercati mondiali: stabili importazioni di vino nei Paesi più importanti, ad eccezione degli spumanti

Gli ultimi mesi dell’anno, grazie alle feste, da sempre sono un momento fondamentale per il consumo di vino, in tutto il mondo. E in questo 2014 saranno più determinanti che mai, per la crescita del business, vista la sostanziale stagnazione delle importazioni nei mercati più importanti del mondo enoico nei primi 9 mesi del 2014, sul 2013, secondo la fotografia scattata da Unione Italiana Vini, sul suo “house organ”, “Il Corriere Vinicolo”.
Usa e Germania, primi due mercati per l’Italia (rispettivamente in valore e volume), nel complesso, fanno segnare leggeri cali in volume e lievi aumenti in valore. La Cina sente ancora gli effetti dell’austerity imposta da Pechino, che ha colpito soprattutto i valori dei vini importati: -30% per Bordeaux, le cui quotazioni, negli ultimi tempi, erano salite a dismisura proprio per le richieste del mercato cinese, ma si segnala anche un -10% per la Spagna, e un -7% per l’Italia. Altro mercato che non sta mantenendo le promesse di sviluppo degli anni passati, anche a causa di tensioni politiche, e non solo economiche, è la Russia, che vede diminuire le importazioni in volume, a fronte di un modesto aumento in valore.
Guardando ai numeri del vino imbottigliato, il mercato che ad oggi importa più vino imbottigliato in termini volumi è il Regno Unito, con 567 milioni di litri, in aumento del 4,9%, ma con un valore che perde ben il 10,1%, a quota 2,4 miliardi di dollari. Agli Usa spetta ancora il primato del valore: 3,1 miliardi di dollari nel periodo oggetto dell’indagine, a +2,4%, che compensa la perdita in volume, con 528 milioni di litri importanti, -2,2% sul 2013. Posizione n. 3 per la Germania, che ha importato 420 milioni di litri di vino (-5,6), per un valore di 1,58 miliardi di dollari (+2,7%). Per la Cina, invece, nel complesso, -1,1% in quantità (214 milioni di litri) e -4,6% in valore (per 1,01 miliardi di dollari). Segno meno in volumi anche per la Russia, che arretra a 182 milioni di litri (-5,8), pur guadagnando il 2,5% in valore (588 milioni di dollari).
Notizie decisamente migliori, invece quelle che riguardano le bollicine, che crescono in maniera decisa in tutti i mercati, ad eccezione della Germania, mercato più saturo degli altri, che ha diminuito le importazioni di spumanti del 17,9% in volume (per 39 milioni di litri) e del 2,7% in valore (per 305 milioni di dollari). Per il resto, +39,6% in volume (69 milioni di litri) e +15% i valore (602 milioni di dollari) in Uk, +15,1% e + 13,6% in Usa (58,6 milioni di litri per 610 milioni di dollari), e bene anche la Cina, con +62,8% in quantità (10,7 milioni di litri) e +31,9% in valore (65 milioni di dollari). In chiaro-scuro la Russia, con un +4,7% in volume (19,6 milioni di litri) e -1,9% in valori (112 milioni di dollari). Dati, in ogni caso, su cui riflettere, vista la “dipendenza” dall’export per le sorti vinicole dei Paesi produttori più importanti, Italia, Francia e Spagna in primis.
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