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Il 17 marzo 1986 scoppiò lo scandalo del metanolo, che minò il prestigio del made in Italy nel mondo. Da allora, come ricorda Coldiretti, l’export enoico è cresciuto del 573%, ed oggi il 66% delle spedizioni sono di bottiglie Doc, Docg o Igt

Il vino ha fatto segnare nel 2015 il record storico nelle esportazioni, che hanno raggiunto il valore di 5,4 miliardi, con un aumento del 575% su 30 anni fa, quando raggiunsero appena gli 800 milioni di euro, in un panorama, come ricorda la Coldiretti, ben diverso per made in Italy, il cui prestigio fu drammaticamente compromesso dallo scandalo del metanolo, deflagrato il 17 marzo 1986, esattamente 30 anni fa. Ma da quel momento si è registrato un nuovo inizio, con la rivoluzione che ha portato il vino italiano alla conquista di storici primati a livello nazionale, comunitario ed internazionale, ed il risultato è che oggi nel mondo 1 bottiglia di vino esportata su 5 è prodotta in Italia, primo esportatore mondiale di vino. Una crescita nel solco della qualità, visto che il 66% delle bottiglie esportate sono Doc, Docg o Igt.

In termini di fatturato, il primo mercato del vino tricolore, con il valore record delle esportazioni a 1,3 miliardi di euro, sono diventati gli Stati Uniti, che hanno sorpassato la Germania, che rimane sotto il miliardo, davanti al Regno Unito, con oltre 700 milioni di euro. Ma negli ultimi anni si sono aperti nuovi mercati, prima inesistenti, come quello della Cina, dove le spedizioni hanno superato gli 80 milioni di euro nel 2015.

Proprio nel 2015, sul 2014, le vendite hanno avuto un incremento in valore del 13% negli Usa (dove, secondo i dati Coldiretti, vanno forte il Chianti, il Brunello di Montalcino, il Pinot Grigio, il Barolo e il Prosecco) e dell’11% nel Regno Unito, mentre la Germania (dove spopolano Prosecco, Amarone della Valpolicella e Collio) rimane sostanzialmente stabile. In Oriente le esportazioni sono cresciute sia in Giappone che in Cina, rispettivamente del 2% e del 18% in valore.

“Ora la nuova sfida - commenta il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - è quella di rafforzare e difendere le posizioni acquisite combattendo la concorrenza sleale forte e agguerrita dei produttori internazionali che si concretizza nella vino pirateria, con le contraffazioni e imitazioni dei nostri vini e liquori più prestigiosi che complessivamente provocano perdite stimabili in oltre un miliardo di euro sui mercati mondiali”.

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