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La Commissione Europea non ratifica il Ceta, il trattato di libero scambio tra Ue e Canada (mercato n. 5 per il vino italiano), e lascia l’approvazione ai Parlamenti nazionali. Federalimentare: “grave danno per le eccellenze italiane”

La Commissione Europea, decidendo di non ratificare il Comprehensive Economic and Trade Agreement (Ceta) di libero scambio fra Unione e Canada, ha scelto di non scegliere, e ha “passato la palla” ai Parlamenti dei singoli Stati membri. Adesso la ratifica è quindi molto meno sicura, perché, come ha sottolineato il Presidente di Federalimentare Luigi Scordamaglia commentando la decisione, “il rischio è che tutto salti se anche uno solo dei Parlamenti votasse contro, magari per atteggiamenti populistici”.

Un’impasse che riguarda da vicino anche il vino italiano che vede nel Paese nordamericano il suo mercato n. 5 tra quelli stranieri, dove, nel 2015, sono stati spediti 699.152 ettolitri di vino, per valore di 299,2 milioni di euro.

Il trattato, le cui negoziazioni si sono concluse due anni fa, eliminerebbe il 98% delle barriere commerciali tra il paese nordamericano e l’Unione, e sarebbe quindi una componente estremamente importante per le esportazioni dell’intero comparto del wine & food tricolore: non a caso Scordamaglia ha parlato di un “grave danno per la tutela delle eccellenze agroalimentari italiane, perché per la prima volta un trattato aveva individuato importanti strumenti di difesa delle nostre Dop ed Igp in un mercato simbolo come il Canada. La Commissione Europea - afferma il Presidente - dà un ulteriore segnale di debolezza ed inconsistenza, e ancora una volta non si assume la responsabilità di ratificare l’accordo che ha essa stessa negoziato e preferisce declinare qualsiasi responsabilità e delegare ai Parlamenti nazionali la ratifica”. Secondo Scordamaglia si tratta di “un’altra occasione sprecata per dimostrare al mondo che l’Europa la globalizzazione la gestisce non la subisce”.

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