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“Testo Unico del Vino”, il Senato approva all’unanimità, ma il testo dovrà tornare alla Camera per una imprecisione sulle sanzioni. Ma, a detta di tutti, a breve sarà legge. E c’è chi guarda già ad un testo per l’enoturismo, come il senatore Stefàno

Italia
Il Testo Unico del Vino approvato in Senato, ma deve tornare alla Camera per il via libera definitivo dopo emendamenti sulle sanzioni

Poteva essere il giorno dell’approvazione definitiva del “Testo Unico del Vino”, e invece si dovrà aspettare ancora qualche giorno: il Senato ha votato il via libera all’unanimità, ma il testo dovrà tornare alla camera per una revisione della parte che riguarda le norme sanzionatorio. La Commissione Giustizia di Palazzo Madama, riporta l’Ansa, ha infatti espresso un parere in cui si dice ok al testo, a patto però che “vengano riformulate tutte le previsioni contenute nei quattro periodi di cui al comma 7 dell’articolo 74, nel senso di prevedere per ciascuna delle fattispecie illecite ivi contenute, l’applicazione o della sanzione amministrativa o di quella penale”. L’articolo in questione disciplina, infatti, le sanzioni per chi contraffà o altera contrassegni e codici di identificazione.
Una imprecisione, in realtà, nel testo dell’articolo, spiega Leana Pignedoli, vicepresidente della Commissione Agricoltura al Senato, che ha imposto di “emendare il testo per non incorrere nel rischio di incostituzionalità, e di rimandalo dunque alla Camera che dovrà approvarlo entro il 2016. Consideriamo questo un episodio che non inficia in alcun modo l’urgenza e la necessità di questo provvedimento”.

In particolare, si legge nel resoconto del Senato (https://goo.gl/RNJNaH), “sono stati approvati tre emendamenti dei relatori: all’articolo 2, riguardante l’ambito di applicazione, l’emendamento 2.100 inserisce il richiamo a un regolamento delegato e a un regolamento di esecuzione della Commissione europea, entrambi del 2016; all’articolo 7, riguardante la salvaguardia dei vigneti eroici o storici, l’emendamento 7.100 apporta una correzione formale; all’articolo 74, riguardante violazioni in materia di designazione e presentazione, l’emendamento 74.100 sostituisce il comma 7, prevedendo per le contraffazioni o alterazioni dei contrassegni, salvo che il fatto costituisca reato, la sanzione pecuniaria da 30.000 a 100.000 euro”.
Un rinvio inatteso, comunque, visto il lungo e certosino lavoro svolto per la concertazione e la stesura del testo da parte della filiera e delle istituzioni preposte che, però, non sembra allungare più di tanto i tempi, come spiegato dal presidente della Commissione Agricoltura al Senato Roberto Formigoni: “abbiamo già un accordo. Il Senato ha approvato a tempo record il testo unico del vino. Abbiamo introdotto un emendamento per cui torna alla Camera per la terza e definitiva lettura. Dopo una lunga negoziazione la Camera in sede deliberante (o legislativa) il 28 novembre approverà il testo in Commissione agricoltura, grazie anche ad un’ampia partecipazione della commissione e di tutte le forze politiche”.
Quello che è certo è che serve “una veloce approvazione del Testo Unico sul vino che va a tagliare del 50% il tempo dedicato alla burocrazia, con 100 giornate di lavoro che oggi ogni impresa vitivinicola è costretta ad effettuare per soddisfare le 4.000 pagine di normativa che regolamentano un settore dove lavorano 1,3 milioni di persone, e che è il principale ostacolo al loro lavoro che ha consentito di realizzare un fatturato record di quasi 10 miliardi nel 2015, soprattutto grazie all’export che è stato di 5,4 miliardi e risulta in ulteriore aumento del 3% nei primi otto mesi del 2016.”, ricorda la Coldiretti.
“Ringraziamo la Commissione Agricoltura del Senato, che ha saputo mantenere l’impegno di valutare rapidamente il testo approvato a settembre all’unanimità dalla Camera - commentano ancora Cia, Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Federvini, Unione Italiana Vini, Federdoc, Assoenologi - e che ci auguriamo consentirà l’adozione di un Testo che ha visto impegnati tutti i gruppi parlamentari e le organizzazioni del settore vitivinicolo, uniti dal comune intento di semplificare, innovare e valorizzare un comparto strategico per il made in Italy. Attraverso un confronto costante ed approfondito sul complesso quadro normativo di riferimento, si è giunti, infatti, alla stesura di un unico testo di legge che contiene tutta la normativa che disciplina la materia vitivinicola, dal campo fino al consumatore, con disposizioni che vanno dai controlli alla tutela delle produzioni di qualità e alla riduzione dei costi a carico degli operatori. Ora - concludono le organizzazioni della filiera - l’auspicio è che il provvedimento venga valutato dalla Commissione Agricoltura della Camera in tempi più rapidi possibili e che possa diventare Legge entro la fine dell’anno”.

E mentre, come tutto in questo periodo, diventa tema di scontro politico sul referendum per la riforma costituzionale, c’è chi coglie la palla al balzo, come il “Movimento 5 Stelle”:
“Per rimediare alla falla, verrà formulato per mano del relatore un emendamento sanatorio e il tutto avverrà con la massima velocità - dicono Daniela Donno, capogruppo in Commissione Agricoltura e Luigi Gaetti, Presidente del gruppo M5S - ma senza questo fondamentale passaggio al Senato, questi errori non sarebbero stati rilevati nelle appropriate sedi, e sarebbe entrato in vigore un provvedimento inappropriato. Quando la maggioranza ci mette la volontà politica, tutto avviene anche in tempi rapidi. Un’altra ragione per votare no al referendum che vuole stravolgere la Costituzione, la nostra Carta fondamentale, che è attuale ed impeccabile”, concludono.
In ogni caso, il “Testo Unico del vino” sembra davvero in dirittura di arrivo, al punto che c’è già chi guarda oltre, come il Senatore Dario Stefàno: “questo Testo Unico è la prima risposta che il legislatore dà a un comparto vivace, e che più volte aveva sollecitato un’iniziativa in tal senso. Molto bene esserci arrivati. Ora però serve un testo ad hoc per l’enoturismo che oggi, purtroppo, è il vero grande assente di questa partita ma che può alimentare nel lungo periodo i risultati da exploit che già si apprezzano. L’Italia detiene il record di esportazioni di vino, detiene anche il primato mondiale nella produzione di vino con 47,4 milioni di ettolitri e, accanto alla quantità, siamo in grado di garantire, come sempre, una straordinaria qualità con 73 Docg, 332 Doc e 118 Igt, che ci rende primi in Europa per numero di vini con indicazione geografica. Oggi, a 50 anni dalla approvazione del decreto che ha istituito la prima Doc - aggiunge Stefàno - il settore può finalmente contare su un provvedimento che riordina la materia, atteso che la superfetazione normativa di questi anni, fatta di innumerevoli regolamenti affastellati, discipline nazionali e comunitarie, aveva finora intralciato profondamente la vitalità del comparto. Ma dico di più: apprezzeremo e conseguiremo il vero successo di questo testo unico se, con altrettanta tempestività, produrremo una normativa ad hoc per l’enoturismo, vera front-line nel rapporto tra produttori e fruitori del vino italiano. Basti pensare che, solo nel 2015, si sono registrati circa 13 milioni di arrivi nelle nostre cantine, con un fatturato di circa 2,5 miliardi, ed è sempre più ricercata la capacità di raccontare il vino, il wine-telling. Occorre costruire una filiera capace di raccontare il vino, dalla sua componente minerale a quella storica e culturale. Al mio sì a questo provvedimento - conclude Stefàno - associo un auspicio: l’impegno da parte del Governo a completare ora il percorso iniziato, al fine di permettere ai nostri straordinari operatori del settore di continuare a maturare successi sulla scia di due inscindibili strade: qualità autentica e quantità”.

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