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La Valpolicella punta alla Cina (+30% nel 2016 per i rossi Dop del Veneto) scommettendo soprattutto su Amarone e e-commerce. I numeri del Consorzio Vini Valpolicella, tra prospettive di sviluppo e attenzione alla tutela dei marchi

La Cina, per l’Amarone della Valpolicella, è un mercato ancora marginale: rappresenta solo il 2% dell’export che, nel complesso assorbe il 65% del grande rosso veneto (Germania, Usa e Svizzera i principali paesi di destinazione, che assommano il 40% di tutte le esportazioni, seguite da Uk, Canada e Svezia). Eppure è un mercato su cui il Consorzio Vini Valpolicella punta, così come i produttori, anche perchè, pur partendo da numeri assoluti non grandi, secondo l’Osservatorio del Consorzio (www.consorziovalpolicella.it), l’export di vini rossi Dop del Veneto in Cina è aumentato di oltre il 30% rispetto sul 2015, con l’Amarone che, in particolare, ha visto il suo valore esportato nel grande Paese asiatico raddoppiare dai 2 milioni di euro del 2014 agli oltre 4 milioni di euro del 2016.
“Un incremento attribuibile in parte anche al grande potere esercitato dall’e-commerce in Cina, la cui incidenza delle vendite di vino online supera il 20%. I contenuti divulgativi e facilmente fruibili - come emerso da una recente indagine condotta da Wine Monitor, spiega il Consorzio - ne aiutano, in mercati complessi come quello cinese, la valorizzazione. Un aspetto colto dalla partnership tra Vinitaly International e 1919 (terzo distributore di vino on line in Cina dopo Tmall di Alibaba e JD), finalizzata ad incrementare i volumi di vendita del nostro vino in Cina, considerando che 1919 conta oltre 1.000 “Virtuale Store” e punti di ritiro fisici in oltre 500 città di tutto il Paese. Un’esperienza importante anche per il fronte dell’e-commerce nazionale, che ad oggi non supera il 2%, ma evidenzia tassi di crescita molto interessanti”.
“Se i trend di consumi continueranno ad evolvere così velocemente, specie per la nostra Doc - spiega Olga Bussinello, direttore del Consorzio dei Vini della Valpolicella - è innegabile pensare che entro il 2020 il Paese del Dragone arrivi a sorpassare persino il Regno Unito, diventando ufficialmente il secondo mercato del vino al mondo”. La Cina sarebbe preceduta soltanto dagli Stati Uniti, con un valore stimato che si aggirerà sui 21 miliardi di dollari e una crescita annuale prevista per il prossimo quadrimestre attorno al 7%.
Insomma, le prospettiva di crescita ci sono, anche se, oltre a tanti investimenti necessari, “va fatta molta attenzione - sottolinea Christian Marchesini, presidente del Consorzio - al fenomeno della contraffazione, che, in particolar modo, in Cina, ha visto negli ultimi anni un incremento continuo, importantissimo quindi continuare a tutelare i nostri marchi Amarone, Valpolicella, Ripasso e Recioto al fine di preservarne l’integrità e il valore”.

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