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Tra i mercati di riferimento dell’export enoico italiano, il Canada. Che, come racconta Wine Intelligence, apre alla distribuzione off trade, guarda ai vini premium, prepara il boom dei rosé, non impazzisce per gli sparkling e aspetta la cannabis …

Il futuro del vino italiano passa per le esportazioni, che tra qualche difficoltà, specie sul mercato Usa, continuano a crescere, toccando nel 2017 i 5,9 miliardi di euro. La fragilità maggiore del sistema enoico del Belpaese, però, sta in una grande concentrazione in pochissimi mercati: Usa, Gran Bretagna e Germania, da soli, sfiorano i 2,5 miliardi di euro. Ed allora, diventa importante guardare ad altri sbocchi, a Paesi economicamente in crescita, stabili, come il Canada, ai piedi del podio con 287 milioni di euro per 66 milioni di litri, ma con grandi potenzialità e dinamiche tutte da scoprire e conoscere, riassunte i 5 key trend da Wine Intelligence (www.wineintelligence.com).
Innanzitutto, è di enorme importanza il cambiamento che sta vivendo il mondo della distribuzione: in Canada, storicamente, le vendite off trade di vino passano per i punti vendita ufficiali del Monopolio, ma la stretta si sta allentando, ed alcune Province hanno iniziato a permettere la vendita di bevande alcoliche anche ad alimentari e botteghe, rendendo così l’acquisto quotidiano molto più accessibile ai consumatori. Quindi ci sono i numeri, a corroborare la bontà del mercato canadese, in crescita costante e sempre più rivolto alle produzioni premium, di cui l’Italia, già primo esportatore in Canada, è tra i maggiori produttori al mondo.

Un altro trend importante, in realtà ancora agli albori, ma pronto ad esplodere, è quello dei rosé, che sulla scia del successo raccolto nel vicino mercato americano promettono di affermarsi come la categoria dai maggiori margini di crescita. A stentare, sorprendentemente visto il successo raccolto praticamente in ogni altro mercato del mondo, sono invece gli sparkling: i volumi, in Canada, continuano a crescere, ma a tassi decisamente bassi e contando su una base di consumatori che rappresenta solo una nicchia, seppur consolidata. Infine, una “minaccia”, che siamo poco abituati a considerare tale da questa parte dell’Oceano: la cannabis, la cui vendita sarà legale da luglio, e che, come dimostrano i primi studi fatti in Usa, si sta rivelando come un competitor importante della maggior parte degli alcolici, specie birra e vino.

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