Cala il sipario su Terra Madre Salone del Gusto, ed è già tempo di Food for Change, la campagna che guiderà l’azione di Slow Food e la rete di Terra Madre per i prossimi anni, una rete, ricorda Carlo Petrini, che l’ha creata, “che forma anche parte della classe dirigente a livello planetario che si occupa di ambiente e sviluppo rurale. Spesso però sono proprio le popolazioni più povere a pagare il dazio più pesante del cambiamento climatico, ricevendo in cambio desertificazione e povertà. È giunta l’ora di cambiare il passo, di dare il via a una mobilitazione dal basso che diventi elemento attivo e sia recepita dalla politica e dalla società civile. Dobbiamo partire dalle scelte quotidiane, che se realizzate da una moltitudine di persone in ogni angolo del mondo, si trasformano nel vero cambiamento. Ventidue anni fa, quando abbiamo iniziato questa avventura - ricorda il presidente di Slow Food - non immaginavamo che le scelte che operiamo in questo contesto avrebbero potuto avere una rilevanza politica e internazionale, e questo carica l’avvenimento torinese di responsabilità”. E riguarda tutti, come ricorda Francesco Sottile, del Comitato Esecutivo di Slow Food Italia: “l’attivismo verso il cambiamento climatico non può aspettare; è un problema che va oltre qualsiasi confine. Ognuno di noi può fare la propria parte scegliendo tra consumo sostenibile e non sostenibile. Ognuno può fare la propria parte attraverso la campagna Food for Change”.
Alla base, una comunità internazionale fatta di popoli diversi, “che si incontrano, si scambiano esperienze, consigli e stringono legami e amicizie. È questa idea tutta italiana che ispira il mondo intero, riconoscendo che il cibo dà un immenso senso di gioia, restituendo importanza ai singoli ingredienti. Terra Madre è vedere chef israeliani e libanesi che cucinano insieme, delegati russi e statunitensi che discutono di un futuro comune, in cui è il cibo a rappresentare la soluzione; è ascoltare agricoltori sudafricani e islandesi che si scambiano consigli sul cibo migliore per le loro galline”, ricorda Richard McCarthy, direttore esecutivo di Slow Food Usa, parlando ancora di Food for Change, che si concentra sulla relazione tra cibo e cambiamento climatico e con cui Slow Food chiama a raccolta la rete globale per invitare tutti a riflettere e modificare anche di poco quelle abitudini che sommate hanno un pesante impatto negativo sul pianeta. La prima sfida è dal 16 al 22 ottobre: “una settimana senza spreco ma piena di gioia - continua McCarthy - ricordando che a livello globale la produzione di cibo è responsabile di un quinto delle emissioni di gas serra (21%): un numero che dipende in larga parte da metodi produttivi che hanno perso qualsiasi contatto con la natura e rispetto per l’ambiente. Ecco perché aiuti e sostegno dovrebbero andare a modelli agricoli più naturali, mentre oggi dei 62,5 miliardi di euro di fondi europei e italiani destinati all’agricoltura, solo 1,8 miliardi, che corrispondono a meno del 3% delle risorse totali, sono destinati all’agricoltura biologica. La restante parte va a finanziare modelli agricoli basati sull’utilizzo di concimi e pesticidi” continua McCarthy. “Non scordiamoci che se il cibo è causa del cambiamento climatico, ne è anche la soluzione. Ecco perché è fondamentale che tutti ci impegniamo in Food for Change. Per ottenere grandi risultati basta poco, è sufficiente cambiare leggermente le nostre abitudini alimentari”.
Alice Waters, vice presidente di Slow Food, ha condiviso invece il suo piano per il futuro delle mense scolastiche californiane: “vogliamo fornire un pasto scolastico sostenibile e gratuito a tutti i bambini della California dalla primaria alle medie, acquistando il cibo per le scuole direttamente da chi coltiva la terra e alleva gli animali. Questo non sarà solo un motore di cambiamento ma permetterà di fornire pasti nutrienti a tutti i bambini”.
Focus - Terra Madre Salone del Gusto 2018, i numeri
Dopo l’edizione ospitata in centro a Torino, Terra Madre Salone del Gusto, per l’edizione 2018, che ieri ha chiuso i battenti, è tornata alle origini, al Lingotto, con risultati “quando i dati non sono ancora definitivi, in linea con il 2014, con 220.000 passaggi. Significa che dopo l’edizione in centro città del 2016, tornare al Lingotto ci ha portato ad accogliere di nuovo tante persone che vogliono intervenire e attivarsi sulle nostre tematiche”, commenta Daniele Buttignol, direttore generale di Slow Food Italia.
Terra Madre Salone del Gusto ha riunito nel capoluogo piemontese 7.000 delegati da 150 Paesi, che, con le loro storie, tradizioni e prodotti, hanno animato il LingottoFiere. Come ha sottolineato ancora Buttignol, “la prima parola chiave di questo evento è rete: sono i 7.000 delegati da tutto il mondo che rendono unico Terra Madre Salone del Gusto e fanno sì che da qui partano nuovi progetti per il futuro del nostro movimento e soprattutto la nostra proposta per una società migliore”. La seconda è educazione: tutto esaurito per i Forum e le Conferenze, sia a Lingotto Fiere che alla Nuvola Lavazza, a cui hanno partecipato relatori internazionali del calibro di Amitav Ghosh, Sunita Narain, John Ikerd e Barry Lynn. Il pubblico si è confrontato con i delegati di Terra Madre su temi come allevamento, cambiamento climatico, cibi naturali e il futuro delle api. Mille i bambini che si sono divertiti con i percorsi preparati nelle aree tematiche, dai giochi da tavolo alle attività sensoriali per riconoscere i vari semi. E poi non può mancare il dialogo, che ha permesso scambi straordinari tra culture diverse, in cui popolazioni geograficamente lontanissime prendono spunto le une dalle altre per trovare soluzioni a problemi molto simili.
Oltre 1.600 delegati sono stati ospitati nelle 120 Città di Terra Madre, e Torino è stata protagonista con 350 eventi entrati a far parte del programma Terra Madre IN, che ha coinvolto decine di associazioni locali e oltre 7.000 persone. Oltre 1.000 anche i volontari, pensionati, giovani e migranti che hanno reso l’evento un successo.
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