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PROGETTO TERRITORIALE

Qualità, tipicità e valore commerciale: ecco i tre pilastri del rilancio dell’Oltrepò Pavese

Sei tavoli di lavoro per le sei denominazioni principali, da cui vuole e deve ripartire uno dei territori storici del vino italiano
OLTREPO', RILANCIO, Italia
L’Oltrepò cerca il rilancio

Qualità, tipicità e valore commerciale: ecco i tre pilastri su cui poggia il rilancio di uno dei territori con più storia, ma anche più difficoltà, dell’Italia enoica, quello dell’Oltrepò Pavese, dal potenziale ancora tutto da esprimere e che ha istituito sei tavoli di lavoro per la valorizzazione delle sei principali denominazioni, Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg, Pinot Nero e Riserva Rossa, Riesling, Bonarda, Sangue di Giuda e Buttafuoco, per un progetto sostenuto dal Consorzio Tutela Vini dell’Oltrepò Pavese, dalla Regione Lombardia e dal Ministero delle Politiche Agricole e che, nei prossimi tre anni, sbloccherà insieme allo sforzo della Camera di Commercio di Pavia ben 600.000 euro di investimenti in promozione. Il primo impegno, però, è stato quello di dare corso all’iter di approvazione delle modifiche dei Disciplinari di Produzione che l’Assemblea del Consorzio ha validato nelle ultime sedute 2017-2018. Altro ambito di modifica ha interessato la semplificazione o razionalizzazione dell’offerta, ma anche le indicazioni su modalità di raccolta e rese produttive. Secondo tema di lavoro è stato la creazione dei Comitati di Gestione, detti anche Tavoli di Denominazione, un valido strumento di lavoro che potrà discutere e deliberare su svariati aspetti riguardanti tutta la filiera produttiva di un determinato vino. Altro punto importantissimo dovrà essere dedicato al tema dei prezzi, sia delle uve che dei vini, in modo tale che dal tavolo possano uscire indicazioni di tendenze dei prezzi da perseguire nel breve termine e anche nel medio periodo. Infine, la programmazione degli eventi e dei servizi resi ai produttori, al centro delle attività del Consorzio che sta adottando metodi di lavoro e organizzazione interna più strutturata, efficiente e produttiva.
Alla presentazione del “Tavolo Oltrepò per il vino”, anche il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari Forestali e del Turismo, Gian Marco Centinaio, che ha voluto sottolineare come “questo percorso, iniziato oggi, implica una maggiore collaborazione e coesione progettuale tra tutti i soggetti coinvolti finalizzata non solo alla valorizzazione dei nostri vini ma dell’intero territorio, sotto il profilo turistico ed economico. Il mio obiettivo è dare una mano al mio territorio, mettendo a disposizione la struttura del Ministero e il Comitato Vini che abbiamo nominato. L’importante è che ci siano dei progetti importanti e vincenti da condividere. In quest’ottica, sarà fondamentale continuare a fare squadra perché il potenziale dell’Oltrepò deve essere sviluppato nel migliore dei modi, e pronto per le nuove sfide che dovrà cogliere come l’OCM Vino, per permettere alle aziende di fare business e lavorare nel migliore dei modi. Dobbiamo, in ultimo, puntare sulla qualità di quello che produciamo, anziché solo sulla quantità, perché porterà ad un livello di redditività maggiore. Da parte mia c’è la massima collaborazione. Occorre fare squadra e iniziare a essere orgogliosi del nostro territorio”.

 

Focus - I numeri dell’Oltrepò Pavese

La superficie totale vitata in Oltrepò Pavese vanta 13.500 ettari e il suo 80% è rappresentato da Docg, Doc e Igt (10.700 ettari, fonte Consorzio Vini Oltrepò, dati 2017). Oltre i numeri, da mettere sul tavolo anzi sui tavoli, ci sono i principali vitigni che hanno nome e cognome nelle radici di questa terra e si chiamano: Pinot Nero 2.800 ettari; Croatina 3.500 ettari; Barbera 2.000 ettari; Riesling 1.400 ettari; Pinot Grigio 1.400 ettari; Moscato 1.000 ettari. A conti fatti, contiamo le bottiglie che sono attorno ai 50 milioni l’anno.

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