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RIVOLTA IN SARDEGNA

I pastori sardi, schiacciati da un’industria del pecorino che paga il latte 60 centesimi al litro

Per la Coldiretti un valore insufficiente a garantire la sopravvivenza della filiera, Centinaio punta il dito contro il Consorzio del Pecorino Sardo
CENTINAIO, Coldiretti, PASTORI, PECORINO, SARDEGNA, Italia
La protesta dei pastori sardi

Dopo le arance lasciate marcire sulle piante del Sud Italia, il vino spagnolo sabotato dai vignaioli francesi, e tanti altri casi in cui l’Europa ha mostrato tutti i propri limiti nel tutelare le produzioni agricole locali, ora sono i pastori sardi ad alzare il livello dello scontro, con manifestazioni e sversamenti di latte in tutta l’isola. Sul tavolo degli imputati, un’industria del pecorino che offre un prezzo per il latte di pecora a dir poco insufficiente: 60 centesimi per litro. Un valore insufficiente a garantire la sopravvivenza di 12.000 allevamenti della Sardegna dove pascolano 2,6 milioni di pecore, il 40% di quelle allevate in Italia, che producono quasi 3 milioni di quintali di latte destinato per il 60% alla produzione di pecorino romano (Dop). Per la Coldiretti, le remunerazioni offerte non sono solo indegne ed offensive per i pastori, ma anche illegali, perché le norme sulla concorrenza (articolo 62 della legge 1 del 2012, nato proprio per combattere speculazioni e pratiche sleali) vietano “qualsiasi comportamento del contraente che, abusando della propria maggior forza commerciale, imponga condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose, ivi comprese, ad esempio qualsiasi patto che preveda prezzi particolarmente iniqui o palesemente al di sotto dei costi di produzione”.
Obiettivo, questo, messo nel mirino anche dall’Unione Europea, che si appresta ad approvare la nuova direttiva contro le azioni commerciali inique e immorali che entro la prima settimana di marzo dovrebbe arrivare in Aula al Parlamento europeo. Si tratta, continua la Coldiretti, della presa d’atto della necessità di contrastare lo squilibrio commerciale che favorisce le speculazioni lungo la filiera, e la necessità di intervenire per garantire un trattamento più equo alle piccole e medie imprese agroalimentari, come nel caso dei pastori sardi e dei loro greggi nei confronti dell’industria caseari. Dalla parte dei pastori, si è schierato il Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio, che in partenza per la Sardegna insieme al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a “Radio Capital” si è detto “pienamente d’accordo con i pastori: non possiamo pensare, e questo vale anche per l’agricoltura in generale e per qualsiasi altra Regione d’Italia, che vengano pagati così poco. Il Consorzio non sta facendo quello che dovrebbe fare. Non possiamo permettere che il pecorino venga fatto con il latte romeno e poi noi ci troviamo con i pastori in seria difficoltà. Apriremo un tavolo di filiera nazionale sul pecorino e cercheremo di capire se è possibile reperire dei fondi per aiutarli. Soprattutto però - conclude Centinaio - non vogliamo limitarci a tamponare l’emergenza ma vogliamo cambiare un Consorzio che non sta facendo l’interesse dei nostri pastori”.

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