“C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d'antico…”, scriveva Giovanni Pascoli nell’Aquilone. Al di là che in molti casi anche il vino possa comunicare poesia, almeno a detta di chi scrive, versi come questi s’attagliano perfettamente al lavoro - fatto e in corso d’opera – di una cantina che tre soci amici hanno voluto un giorno metter su con l’intento di recuperare un antico vitigno locale a bacca rossa: il Guarnaccino Nero di Chiaramonte, che al momento sono gli unici a vinificare. Un contributo fondamentale, in tal senso, è stato quello offerto dall’Università della Basilicata, che ha permesso dal 2013 di registrare e iscrivere al catalogo nazionale delle varietà riconosciute anche questa tipologia, a cui 600 Grotte ha destinato tre dei suoi sei ettari complessivi, destinati anche ad uve internazionali. Ma la mescolanza fra antico e moderno non finisce qui, come il nome dell’azienda fa presagire: essendo riferito a quelle seicento grotte scavate a partire dal Quattrocento fra le rocce del borgo di Chiaramonte, sul versante nord della collina, favorite da una temperatura costante che permetteva di conservare alla perfezione il nettare di Bacco. Questo rosso affinato solo in acciaio mostra ricordi erbacei, di macchia mediterranea e di toni fruttati ciliegiosi e di mora. La bocca, dal tannino elegante, denota buona acidità e una componente sapida di bella persistenza.
(Fabio Turchetti)
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024