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DIETA MEDITERRANEA

No alle diete “senza”, la migliore è la Dieta Mediterranea: l’appello dei gastroenterologi italiani

L’Aigo sottolinea anche l’importanza di vino rosso e olio extra-vergine d’oliva: con moderazione, hanno effetti protettivi per la salute
DIETA MEDITERRANEA, Italia
La Dieta Mediterranea è sempre la più bilanciata, secondo i gastroenterologi italiani

E se il vino rosso e l’olio extra-vergine d’oliva, simboli della Dieta Mediterranea e dell’eccellenza made in Italy, non solo fossero prodotti di qualità, ma veri e propri componenti fondamentali nell’alimentazione (ovviamente consumati con moderazione)? Oltre 200 gastroenterologi italiani, riuniti nei giorni scorsi a Bari da Aigo - Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti Ospedalieri, partendo da un studio di alcuni ricercatori spagnoli, sono tornati a sottolineare come lo stile di vita mediterraneo, i cui effetti benefici sono noti da oltre 30 anni, resta il modello ideale da perseguire, nonostante oggi si assista ad una continua rincorsa a diete “spot”, alle cosiddette diete “senza”, basate sull’esclusione di una o più categorie di alimenti. “Niente di più sbagliato: la dieta mediterranea - afferma il dottor Gioacchino Leandro, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’Ospedale “Irccs” di Castellana Grotte (Bari) - è ricca di alimenti ad azione prebiotica e di fibre solubili quali l’inulina, metabolizzata dal probiota con produzione di butirrato, sostanza anti-infiammatoria. Negli ultimi anni la comunità scientifica internazionale ha dimostrato che l’aderenza alla piramide alimentare mediterranea è associata alla normalizzazione del microbiota intestinale e alla regolazione dei geni che controllano l’infiammazione”.
Quel che va effettuato, quindi, secondo l’Aigo, è una sostanziale riscoperta della tradizione culinaria mediterranea, che si sta piano piano perdendo a favore di un’alimentazione più “internazionale”. Le relazioni presentate da specialisti e docenti durante il corso nazionale hanno sottolineato alcuni aspetti, che trovano conferma in una review pubblicata il 19 novembre sulla rivista scientifica internazionale “Nutrients”, a cura di un gruppo di ricercatori spagnoli. Questo studio ha focalizzato la sua attenzione sui due cibi fluidi che fanno parte della piramide alimentare, il vino rosso e l’olio extravergine di oliva: entrambi contribuiscono all’effetto protettivo anti-ossidante e anti-infiammatorio, con miglioramento dell’assetto lipidico, dell’insulino-resistenza e del rischio aterosclerotico, sia nella popolazione generale sia in soggetti con fegato grasso e sindrome metabolica.
L’olio extravergine di oliva e il vino rosso sono ricchi di polifenoli, che svolgono un’azione antiossidante, e di alcune sostanze peculiari come gli acidi grassi mono e poli-insaturi (olio di oliva) ed il resveratrolo (vino rosso): quest’ultima sostanza ha richiamato molto l’attenzione dei ricercatori in quanto è in grado di promuovere la conversione del tessuto adiposo bianco in tessuto adiposo bruno (che è quello metabolicamente attivo) mimando l’azione della restrizione calorica e dell’esercizio fisico, soprattutto se assunto nelle ore serali.
“La dieta mediterranea raccomanda - continua il dottor Leandro - il consumo giornaliero di 1-2 bicchieri di vino rosso ai pasti, che secondo alcuni studi avrebbero effetti positivi, addirittura superiori rispetto alla astensione assoluta da alcool. La relazione fra consumo di vino e rischi sulla salute ha però una forma ad “U”: per basse dosi (quelle raccomandate) è evidente l’effetto protettivo, ma il rischio sale vertiginosamente all’aumentare della quantità assunta. L’invito quindi - conclude - è ad un consumo consapevole”.

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