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15-22 FEBBRAIO

Grandi vini, territori di bellezza assoluta ed arte: è la settimana delle “Anteprime di Toscana”

Il via, a Firenze, con tutti i territori, poi Chianti, Morellino, Chianti Classico, San Gimignano, Montepulciano e Montalcino (con Sgarbi e Malagò)

La Toscana, brand fortissimo nel mondo, per il vino, di certo, ma legato alle bellezze di un paesaggio che va dalle pendici degli Appennini alla Costa del Tirreno, ed a quelle di una storia che dai giorni di oggi torna indietro fino allo splendore del Rinascimento di Firenze e del Medioevo di Siena, è pronta a raccontarsi al mondo, nella grande tornata delle “Anteprime di Toscana”, nella sua capitale, e nei tanti territori di grande prestigio. Con i suoi grandi vini “cantati” già nei secoli da grandi come Dante, Boccaccio, Michelangelo, Vasari o il Redi, pronti a guardare al futuro con le loro nuove annate. Toscana forza di un vino che punta sempre più su questo marchio (come raccontano la nascita del Consorzio che gestirà l’Igt Toscana, o l’iniziativa del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, che ha inserito obbligatoriamente in etichetta la parola Toscana per i suoi vini), che si fa forte a sua volta di una ricchezza diffusa, che nasce da 59.000 ettari di vigneti dove nascono vini tra i più celebri al mondo (il 95,8% Docg o Doc, molto al di sopra della media nazionale ferma al 62%), per una produzione nel 2019 di quasi 2,6 milioni di ettolitri, ed un export che se nel 2018 ha sfiorato il miliardo di euro in valore, tra gennaio e settembre 2019 è cresciuto del 6,6%, attestandosi, nei soli primi 9 mesi dell’anno, a 734 milioni di euro.
Una ricchezza del buono e del bello diffusa, quella del vino di Toscana, che si lega sempre più al turismo, ma anche all’arte e all’architettura, anche grazie alle iniziative di tanti produttori illuminati del territorio. Un patrimonio unico, che sarà al centro del mondo nella “Settimana delle Anteprime di Toscana”, una settimana “under the Tuscan wine”, dove si assaggeranno i grandi vini del territorio, e si rifletterà sulla “vision 2030” della Toscana del vino, tra mercati, enoturismo ed innovazione. Si parte da Firenze, sabato 15 febbraio, alla Fortezza da Basso, con la grande degustazioni dei vini di denominazioni come Maremma Toscana, Montecucco, Carmignano, Colline Lucchesi, Valdarno di Sopra, Orcia, Consorzio Terre di Pisa e Consorzio Chianti Rufina. Denominazioni meno sotto ai riflettori di altre magari più conosciute, ma non meno ricche di storia e capaci di sorprendere. Una giornata dove si parlerà anche delle prospettive della Toscana del vino, in una tavola rotonda con l’Assessore all’Agricoltura della Regione Toscana Marco Remaschi, ospiti ed esperti, moderati da Nicola Prudente, alias Tinto, conduttore di Decanter Rai Radio2 e #MPEF La7, Fabio del Bravo di Ismea, Francesco Mazzei, presidente di Avito (l’associazione di tutti i consorzi del vino di toscana), Donatella Cinelli Colombini, presidente del Consorzio Vino Orcia, Roberto Scalacci della Regione Toscana parlerà della nuova Pac 2021-2027. Mentre il professor Attilio Scienza, tra i massimi esperti di Viticoltura dell’Università di Milano, racconterà l’esperimento enologico che ha ripercorso, dopo 2.500 anni, la produzione del mitico vino dell’isola di Chio, con il produttore Antonio Arrighi che guiderà la degustazione delle ultime 8 bottiglie di Nesos, il vino marino fatto all’Isola d’Elba alla maniera degli antichi greci. Ma ci sarà anche la presentazione del Consorzio che da ora in avanti che da ora in poi gestirà l’Igt Toscana, prodotto che, a fianco delle grandi Doc e Docg del territorio, potrà dare un grande ulteriore impulso alla crescita del vino di Toscana.

Da domenica 16 febbraio, poi, si parte con le grandi denominazioni del Granducato. E con i due vini più “pop”, ovvero il Chianti, con Chianti Lovers,
con l’annata 2019 e la Riserva 2017 nelle sottozone Rufina, Colli Fiorentini, Colli Senesi, Colli Aretini, Montalbano, Colline Pisane, e Montespertoli, insieme, come accade da anni, al Morellino di Scansano, perla enoica della Maremma, sempre con l’annata 2019 e la Riserva 2017, ancora nella Fortezza da Basso, a Firenze. Lunedì 17 e martedì 18 febbraio, invece, ci si sposta alla storica Stazione Leopolda, dove protagonista sarà la denominazione più antica della Regione, quel Chianti Classico, territorio del vino tra i più belli del mondo (che si articola tra la rinascimentale Firenze e la medievale Siena), i cui confini furono stabiliti oltre 300 anni fa dal Granduca Cosimo III de’ Medici, nel bando “Sopra la Dichiarazione dé Confini delle quattro Regioni Chianti, Pomino e Rufina, Carmignano, e Val d’Arno di Sopra”, con oltre 200 produttori del Gallo Nero, il numero più alto di sempre, che, nella Chianti Classico Collection, presenteranno annata 2018, Riserva 2017 e Gran Selezione 2016. Mercoledì 19, invece, il “circus” delle Anteprime si sporta a San Gimignano, la “New York” del Medioevo, dove, tra le mura della Rocca di Montestaffoli, saranno nel calici le nuove annate della Vernaccia, diamante bianco del vino in una regione di grandi rossi, già cantata da Dante nella Divina Commedia, con la vendemmia 2019 e la Riserva 2018. Giovedì 20, invece, sarà la Fortezza Medicea di Montepulciano, “d’ogni vino il re”, come scriveva il poeta e medico Redi, ad ospitare Anteprima Vino Nobile, con l’annata 2017 e la Riserva 2016 della versione poliziana del Sangiovese, che qui si chiama Prugnolo Gentile, e che affina in cantine moderne e di design, ma anche in grotte che risalgono all’epoca Etrusca, o custodite in palazzi dell’epoca del Rinascimento.

E poi la chiusura, come sempre, è affidata al più prestigioso alfiere del vino di Toscana, il Brunello di Montalcino, con un “Benvenuto Brunello” che vedrà nel calice la già celebratissima annata 2015, insieme alla Riserva 2014 e al Rosso di Montalcino 2018, tra le pietre che trasudano storia del Chiostro Museo di Montalcino e del Complesso di Sant’Agostino. E dove si parlerà di vino, territorio ed arte con il celebre critico ed istrione Vittorio Sgarbi, con una lection magistralis sul rapporto tra bellezza, viticoltura, paesaggio e arte, mentre a realizzare la iconica piastrella che celebra le stelle dell’ultima vendemmia, la 2019, sarà Giovanni Malago, presidente del Coni - Comitato Nazionale Olimpico Italiano, e membro del Comitato Olimpico Internazionale. Con il buon auspicio che, così come il Brunello di Montalcino è uno dei vini da “medaglia d’oro” nel mondo, siano tante le medaglie italiane, a cui brindare con il grande rosso di toscana, alle Olimpiadi di Tokyo 2020.

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