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LA POLEMICA

Sagre, via libera in tante Regioni. Ma la ristorazione d’Italia insorge

A WineNews Aldo Cursano (Fipe/Confcommercio): “uno schiaffo ad un settore in difficoltà. Può essere il colpo di grazia per tante imprese”
Coldiretti, COVID, ESTATE, FIPE, RISTORANTI, SAGRE, Non Solo Vino
Sagre, 42.000 in Italia, ma per la Fipe 32.000 sono "false" e non legate al territorio

Sagre, un must in Italia, soprattutto d’estate. Ma, da sempre, anche elemento di discordia tra ristoratori e chi le organizza, dalle Pro Loco alle associazioni di volontariato o di partito, spesso più come forma di finanziamento (con regimi fiscali agevolatissimi rispetto alle imprese di ristorazione, ndr) che come momento di valorizzazione del territorio. Ma in piena crisi Covid-19, con la ristorazione in ginocchio a causa del Covid e delle misure per contenere l’epidemia, fa discutere più che mai il via libera dato da molte Regioni alla possibilità di organizzarle, pur sempre nel rispetto delle norme generali e di sicurezza imposte alla ristorazione (distanziamento sociale e così via) che, però, realisticamente, sarà difficilissimo far rispettare.

E se per Coldiretti il via libera alle sagre “è una mossa necessaria per cercare di dare un impulso al turismo
dopo i risultati poco incoraggianti del mese di giugno in cui appena 3,1 milioni di italiani hanno deciso di fare una vacanza, anche breve, meno della metà dello stesso periodo dello scorso anno (-54%) secondo l’indagine Coldiretti/Ixe”, e “un’opportunità importante soprattutto in quei territori dove si sta tornando alla normalità per sostenere la ripresa delle attività economiche ma anche per contribuire in modo determinante al turismo di prossimità per la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane”, secondo la Fipe, questo via libera potrebbe essere un colpo di grazie definitivo a tante imprese della ristorazione, come spiega a WineNews Aldo Cursano, vicepresidente vicario Fipe/Confcommercio: “è uno schiaffo, in un momento come questo, in cui le istituzioni dovrebbero stare a fianco di chi svolge un servizio per la comunità, sociale, cerca di mantenere accese le nostre luci, cerca di mantenere l’occupazione. Occorre fare delle scelte, questa è una scelta e chi la fa dovrà assumersene tutte le responsabilità”. Secondo la Fipe/Confrcomercio, nella normalità, ogni anno in Italia ci sono 42.000 sagre, concentrate soprattutto in estate, che muovono un giro d’affari di 900 milioni di euro. Ma, di queste, solo poche sono autentiche e legate al territorio, tanto che secondo Fipe/Confcommercio 32.000 sono “false sagre”.

“Nessuno è contro la valorizzazione dei prodotti del territorio, anzi, sono i ristoratori i primi impegnati in questo senso, e per tutto l’anno. Ma dare il via libera alle sagre, soprattutto quest’anno, è un errore. È una scelta che sa tanto di condizionamento politico, perchè spesso questi eventi sono anche fonte di finanziamento politico - aggiunge Cursano - ed è un colpo di grazia al nostro sistema.
Sappiamo bene che ancora i luoghi al chiuso, come ristoranti e bar, sono visti come quelli più a rischio, e legittimare le sagre, che si svolgono all’aperto, da parte delle istituzioni vuol dire spostare altrove quel poco di business che è rimasto nei ristoranti (gli ultimi dati della Fipe parlano di un crollo di oltre il 50% degli incassi nelle prime tre settimane di riapertura rispetto al 2019), vuol dire minare l’efficacia delle iniziative che si stanno mettendo in campo per far vivere i ristoranti, soprattutto nei centri storici di città e paesi, e vuol dire mettere a rischio un modello identitario dell’Italia che la ristorazione incarna. E chi sceglie questa strada dovrà assumersene tutta la responsabilità”.

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