In un’epoca in cui sostenibilità, identità e autenticità dei prodotti, nessuno escluso, sono sempre più importanti, servono delle regole comuni da seguire, dei principi condivisi a cui ispirarsi. E quelle per “il vino buono, pulito e giusto”, saranno riscritte da Slow Food, in un nuovo decalogo che estende al vino la summa della filosofia che guida il movimento fondato da Carlo Petrini, e “che fissa alcuni punti fermi sul mestiere del vignaiolo, sull’agronomia e sull’enologia, allargando il discorso anche ad altri ambiti quali la biodiversità, la tutela del paesaggio e il rapporto con chi lavora in vigna e cantina. Un lavoro che fonda le radici nel lavoro iniziato a Montpellier nel 2007 che aveva dato origine a “Vigneron d’Europe”. E che ora si allarga a tutto il mondo, aumentando i punti presi in considerazione, e annoverando tutto il complesso di relazioni che genera il lavoro del vigneron. Si tratterà di un punto di partenza per la creazione di una grande comunità internazionale che unisca produttori e appassionati che si riconoscono nei dieci principi enunciati dalla Carta”.
La presentazione sarà di scena domenica 11 ottobre (alle ore 14.30), in streaming su www.terramadresalonedelgusto.com, ed in presenza a “Sana Restart”, il salone del biologico e del naturale, di scena a Bologna (dal 9 all’11 ottobre).
A presentare il Manifesto Slow Food per il vino ci sarannno Maurizio Gily (agronomo, giornalista e direttore di Millevigne), Saverio Petrilli (vignaiolo, enologo e fondatore e consigliere della Fivi - Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti), Francesca Rapisarda (architetto del paesaggio), Paolo Fontana (presidente della World Biodiversity Association), Maria Grazia Mammuccini ( vignaiola e presidente di FederBio) ed i curatori della guida Slow Wine Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni.
Una presentazione che “sarà un momento fondativo per il futuro impegno di Slow Food nel mondo del vino a livello internazionale. Una carta per indicare gli elementi ritenuti fondamentali per una viticoltura sostenibile e un’enologia rispettosa del terroir, con una visione moderna della figura del vignaiolo che non è solo produttore di vino, ma anche motore attivo per un’agricoltura che promuova una crescita culturale, economica e sociale etica e armonica sul territorio”.
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