I grandi vini del mondo sono da tempo nel mirino di grandi appassionati e collezionisti, ma anche di malfattori e truffatori. Non fa eccezione il Sassicaia, vino mito e icona dell’Italia nel mondo, nato nella Tenuta San Guido guidata dalla famiglia Incisa della Rocchetta, gioiello in bottiglia nato dalla mente del Marchese Mario Incisa della Rocchetta e dell’enologo Giacomo Tachis (la prima annata sul mercato è stata la 1968, ndr), finito suo malgrado al centro di una truffa internazionale sgominata dalla Guardia di Finanza di Firenze, che, nell’operazione denominata “Bad Tuscan”, ha arrestato due persone, e altre undici sono indagate, responsabili, secondo gli inquirenti, di un giro di false bottiglie di “Doc Bolgheri Sassicaia” di diverse annate tra il 2010 ed il 2015, peraltro celebratissime dalla critica italiana ed internazionale, che avrebbe fruttato un guadagno illecito di 400.000 euro al mese. Nell’ordinanza emessa dal Gip, riportano le agenzie di stampa, si rileva che “sussiste anche l’aggravante della organizzazione stabile, giacché le attività osservate sono poste in essere in maniera sistematica, cioè con carattere stabile e non occasionale, nonché in maniera organizzata, con preordinata pianificazione di medio termine e nella prospettiva di un ulteriore sviluppo, per il futuro, per l’esito positivo conseguito”.
L’acquisto del vino utilizzato per confezionare il prodotto, hanno ricostruito gli investigatori della Gdf, veniva dalla Sicilia; le bottiglie, invece, provenivano dalla Turchia e la produzione di etichette, tappi, casse e carta velina era incentrata in Bulgaria. Le bottiglie di vino contraffatte riproducevano falsamente gli ologrammi e i segni distintivi originali e venivano vendute a livello internazionale. Nel corso delle indagini, svolte per oltre un anno dai militari della Compagnia di Empoli, a fine settembre, sono stati sequestrati nella provincia di Milano 80.000 pezzi contraffatti tra etichette, bottiglie, tappi, casse di legno utilizzabili per confezionare 1.100 casse di Sassicaia 2015, per un totale di 6.600 bottiglie, il cui valore di mercato, laddove il prodotto fosse stato originale, si sarebbe avvicinato ai 2 milioni di euro. La tempestività dell’intervento ha consentito, tra l’altro, di intercettare la consegna di un ordine di 41 casse di Sassicaia 2015 già confezionate e pronte per essere vendute.
Da quanto emerso, la produzione e vendita del mercato illecito parallelo si attestava su 700 casse di vino contraffatto al mese, per un totale di 4.200 bottiglie, con un introito illecito stimato che si aggirava sui 400.000 euro. Secondo le ricostruzioni investigative, diversi clienti tra cui, in particolare, coreani, cinesi e russi avevano già fatto ordini per un migliaio di casse mentre una piccola parte sarebbe stata destinata al territorio nazionale.
All’interno del magazzino utilizzato per l’attività illecita, i due arrestati si occupavano dell’imbottigliamento, dell’apposizione delle etichette e della carta velina sulle bottiglie nonché del successivo assemblaggio della cassa. Contestualmente all’esecuzione delle ordinanze di arresto, sono state eseguite anche perquisizioni nei confronti di ulteriori quattro soggetti, ritenuti dei collaboratori dei due arrestati nella immissione del prodotto sul mercato. Analoga attività è stata svolta nei confronti di un quinto soggetto, che aveva procurato il vino da travasare nelle bottiglie vuote importate dalla Turchia. A momento risultano indagate undici persone che, a vario titolo e in vario modo, gli inquirenti ritengono che abbiano preso parte alla produzione e commercializzazione del vino contraffatto.
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