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TERRITORI E MERCATI

Il Prosecco Rosè alla conquista del mondo: via libera dall’Ue alla nuova tipologia di Prosecco Doc

Il presidente Zanette: “ci aspettiamo di dare uno sviluppo virtuoso alla denominazione con un prodotto di elevata qualità”

Il Prosecco, lo spumante italiano più popolare ed esportato nei mercati internazionali, è pronto a tingere di rosa i calici di tutto il mondo: l’Unione Europea ha dato il suo via libera, che consentirà alla nuova tipologia di Prosecco Doc di essere commercializzato nei mercati esteri, oltre che in quello italiano.
“Con tale opportunità, ci si aspetta di dare uno sviluppo virtuoso alla denominazione con un prodotto di elevata qualità, esprimendo al meglio i fattori ambientali e quelli umani che caratterizzano il nostro territorio”, commenta il presidente del Consorzio del Prosecco Doc Stefano Zanette, nell’annunciare ufficialmente la notizia alla stampa e ai produttori, un esercito di 11.460 viticoltori, 1.192 aziende vinificatrici, 347 case spumantistiche che concorrono alla costituzione del complesso sistema responsabile del successo senza eguali di una denominazione tutta “made in Italy”, che del genio italiano è diventata emblema e indiscussa bandiera nel mondo.
La Doc Prosecco, dunque, da oggi, potrà esportare l’ultimo nato di famiglia, il Prosecco Doc Rosé, tanto atteso dai principali mercati del mondo al punto che la stragrande maggioranza delle bottiglie prodotte era già stata prenotata prima ancora di uscire dalle autoclavi, dove il disciplinare di produzione le impone un affinamento di almeno 60 giorni prima di essere messa a disposizione del consumatore.
Si tratta di 20 milioni di bottiglie, in parte già distribuite entro i confini nazionali tra settore Horeca (ristorazione) e Gdo (Grande distribuzione organizzata) che ora potranno raggiungere anche i principali mercati esteri, dai quali il Consorzio si attende le maggiori soddisfazioni.
“Infatti - conferma il presidente Zanette - dei 486 milioni di bottiglie di Prosecco Doc prodotte nel complesso, l’80% prende la via dell’export e, grazie al riconoscimento europeo, si stima che le vendite troveranno maggiore stimolo e vigore in questo ultimo trimestre del 2020. Mi congratulo con quei produttori che si sono dimostrati prontissimi ad afferrare questa opportunità, impegnandosi fin da subito per non farci cogliere impreparati”.
“Un ringraziamento - chiosa il direttore Luca Giavi - lo dobbiamo come Consorzio in rappresentanza dell’intero sistema produttivo, alle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, al Ministero delle Politiche Agricole alimentari e Forestali, alla Direzione Generale per l’Agricoltura della Commissione Europea, ed a quegli europarlamentari, primo fra tutti Paolo De Castro, che si sono impegnati nel far capire l’opportunità di una tempestiva pubblicazione del provvedimento, in questo particolare momento che l’Italia, l’Europa e il mondo intero stanno vivendo”.
Dopo questo importante quanto atteso traguardo, il Consorzio sta già guardando al futuro: in settimana, infatti, verranno avviati i primi test tesi a definire le tipologie che verranno riservate ai produttori del territorio triestino, ed in particolare, alla menzione “Prosekar”. Un’opportunità che guarda ad un territorio dalle indubbie potenzialità, che deve essere condiviso con un numero sempre maggiore di produttori locali.

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