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FRODI ENOICHE

Vino e contraffazione, i Nas bloccano traffico di falsi grandi vini di Toscana, tra Italia e Cina

Operazione congiunta tra Firenze, Prato e Padova. Indagate 7 persone tra italiani e cinesi. Nel mirino grandi denominazioni e brand
CONTRAFFAZIONE, NAS, TOSCANA, vino, Italia
Contraffazione, i Nas bloccano traffico di falsi grandi vini di Toscana, tra Italia e Cina

I grandi brand e i territori più importanti del vino di toscana ancora nel mirino dei falsari, in una vicenda che, però, dimostra ancora una volta l’efficacia del sistema dei controlli a tutela di appassionati collezionisti: i Carabinieri del Nas di Firenze hanno sgominato un traffico di vini toscani pregiati contraffatti come Brunello di Montalcino, Chianti ma anche grandi brand di Bolgheri. Nelle province di Firenze, Prato e Padova, i militari del Nas di Firenze, con la collaborazione del Nas di Padova e dei rispettivi Comandi Provinciali, a conclusione dell’indagine denominata “Geminus”, coordinata dalla procura di Pistoia, hanno eseguito quattro decreti di perquisizione nei confronti di tre indagati e di una società di import-export con sedi in Italia e in Cina.
I tre perquisiti, cittadini cinesi, sono indagati, insieme ad altre quattro persone, altri cinesi e italiani per aver prodotto, imbottigliato e commercializzato, soprattutto all’estero, vino con false indicazioni relative a denominazioni di origine geografica garantita e tipica, utilizzando in etichetta marchi, segni distintivi e caratteristiche grafiche e tipografiche che indebitamente imitano marchi registrati e il design del packaging di vini pregiati prodotti in Toscana.
Gli investigatori del Nas, a seguito di alcune segnalazioni, riportano le agenzie di stampa, hanno individuato il punto di origine delle bottiglie presso un’azienda agricola in provincia di Pistoia, ma con ramificazioni anche in provincia di Siena, nelle zone del Chianti e di Montalcino. Dalle indagini è stato accertato che, su una nota piattaforma di vendita on line, c’erano state pregresse importanti movimentazioni di vino Chianti rosso in bottiglia in partenza dal pistoiese verso Hong Kong e la Cina continentale.

Inoltre, le stesse indagini del Nas di Firenze hanno potuto intercettare nel Porto di La Spezia, in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, alcune partite di bottiglie di vino rosso spedite verso quelle destinazioni, prive dell’etichetta frontale. Grazie anche alla fattiva collaborazione dei legittimi titolari dei marchi, il Nas ha ricostruito i rapporti tra l’azienda vitivinicola toscana e alcune società di import-export di merci varie con sede in Italia e in Cina, gestite da asiatici.
Queste aziende, già in affari tra loro dal 2015, grazie all’intermediazione del mediatore di Prato, spiegano gli investigatori, avevano realizzato l’accordo per inviare in Cina, a partire dal 2018, bottiglie munite di sola retro-etichetta, triangolate cartolarmente su società di comodo, con sede in Hong Kong. A destinazione, con la connivenza del produttore italiano, venivano apposte le etichette frontali create tipograficamente ad imitazione di quelle dei vini italiani tra i più importanti e conosciuti sul mercato internazionale. I vini erano poi commercializzati da una società cinese, ritenuta collegata alle altre, ed erano destinati al mercato cinese e al mercato online tramite una delle più note piattaforme asiatiche di e-commerce.
L’indagine, spiegano ancora gli investigatori, ha quindi evidenziato la sussistenza di canali commerciali illegali di “eccellenze” agroalimentari nazionali italiane oggetto “di plagio” sia nella qualità merceologica che dei marchi. Le grafiche delle etichette contraffatte, giudicate simili alle originali dagli stessi esperti del settore, dimostrerebbe “la notevole capacità offensiva di tali condotte criminali abili nello sfruttare lo status symbol rappresentato da brand famosi e, nel contempo, di permeare in spazi commerciali amplificati anche dell’e-commerce e dalla globalizzazione economica”.
“Le frodi rischiano di dare il colpo di grazia alle esportazioni di bottiglie di vino italiano in Cina dove, dopo anni di costante crescita, sono praticamente dimezzate con un crollo del 44% nel 2020 anche per effetto dell’emergenza Covid”, commenta la Coldiretti, che aggiunte: “il gigante asiatico, per effetto di una crescita ininterrotta della domanda è entrata nella lista dei cinque Paesi che consumano più vino nel mondo ma è in testa alla classifica se si considerano solo i rossi. Le bottiglie italiane sono particolarmente apprezzate tanto da attirare l’attenzione del lucroso business del falso Made in Italy agroalimentare che nel mondo vale oltre 100 miliardi di euro. Serve tolleranza zero sulle frodi che mettono a rischio lo sviluppo di un settore che è cresciuto puntando su un grande percorso di valorizzazione qualitativa che ha portato il vino italiano a raggiungere il record storico nelle esportazioni per un valore stimato in 6,4 miliardi nel 2019 ma che ora soffre le pressioni determinate dall’emergenza Covid con un calo del 3,3% nel 2020”.
Intanto, arrivano anche le reazioni dei territori, per voce di quello del Brunello di Montalcino, tra i più importanti di Italia e del mondo, nelle parole del presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci, che ha commentato la notizia relativa al blitz odierno dei Nas di Firenze, sotto il comando del maggiore Andrea Davini: “non possiamo permettere che una goccia di vino contraffatto possa danneggiare la storia, la reputazione e il lavoro espressi in milioni di bottiglie del nostro vino di punta. Valuteremo se costituirci parte civile a tutela della nostra Denominazione, delle imprese del vino e dei consumatori. Questo tipo di azioni illegali - ha proseguito Bindocci - sono oggi ancor più odiose e vigliacche vista la congiuntura che stiamo vivendo; per questo ci sentiamo doppiamente riconoscenti nei confronti dei Nas di Firenze. Il marchio consortile è registrato in 90 Paesi del mondo, ciò al fine di garantire ai consorziati un ulteriore scudo alla protezione già comunque accordata dal riconoscimento della Denominazione di origine “Brunello di Montalcino”. L’attività di lotta al sounding e alla contraffazione è totale e in costante evoluzione, e mai come oggi la battaglia si svolge sul online. Proprio sul web - ha aggiunto - dovremmo infittire le maglie come sistema Paese, opponendo sistemi sempre più innovativi di controllo a tutela e salvaguardia non solo del nostro vino ma anche di tutti i campioni del made in Italy”.

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