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Vino e disciplinari: la Maremma Doc guarda al futuro, e introduce i due varietali in etichetta

Tante le modifiche al disciplinare, approvate definitivamente dell’Ue, tra base ampelografica che cresce, e l’arrivo della Riserva

Al netto dell’importanza dell’origine del vino, in tanti mercati come quello americano e quello inglese, ovvero il primo ed il secondo i valore per il vino italiano, il varietale è a tutt’oggi uno dei criteri principali di scelta sul mercato, come dicono tanti studi e indagini. Ed ora, la Doc Maremma Toscana, nei suoi vini a denominazione, di vitigni potrà indicarne due. È una delle principali modifiche del disciplinare di produzione che hanno ottenuto il via libera definitivo dall’Unione Europea.
“Saremo i primi in Toscana, in un vino Dop, ad avere la possibilità di utilizzare in etichetta l’indicazione di due varietà (tipologie bivarietali) - commenta Francesco Mazzei, presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana - molto richiesta soprattutto su mercati come Usa, Uk e Nord Europa; questo è un passo che ci consente di giocare d’anticipo adattandoci al meglio alle nuove esigenze di mercato per aumentarne gli sbocchi commerciali, consolidando, al contempo, gli attuali trend di crescita e rimarcando l’aspetto qualitativo della produzione”.
Ma non c’è solo questo. Tra le novità, per la produzione della tipologia Rosso potranno essere utilizzate, da sole o congiuntamente e per un minimo del 60%, Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Cabernet franc, Merlot, Syrah e Ciliegiolo; per la produzione del tipo Bianco, accanto a Vermentino e Trebbiano toscano, sarà possibile utilizzare anche il Viognier da solo o congiuntamente alle altre due varietà, per almeno il 60%; la Menzione Riserva per la tipologia Bianco prevede un invecchiamento non inferiore a 12 mesi, per il Rosso invecchiamento obbligatorio di due anni di cui almeno 6 mesi in recipienti di legno.

“Con la modifica della base ampelografica e con l’inserimento della Riserva si vanno sicuramente ad aprire nuove prospettive commerciali per tante aziende”, conclude Mazzei.


“Giungiamo alla fine di un percorso non semplice - aggiunge il direttore del Consorzio, Luca Pollini - ma su cui puntavamo tantissimo; con la modifica degli uvaggi per la produzione delle tipologie Rosso e Bianco e l’inserimento della menzione Riserva per entrambe le tipologie andiamo ad innalzare il livello qualitativo e possiamo presentare dei vini che rispecchiano meglio il territorio e ci rendono più competitivi anche sui mercati Ue e dei Paesi Terzi”.

Novità che fanno ben sperare per il futuro della denominazione “che, anche in questo 2020, vede confermato il trend di crescita dell’imbottigliato andando controcorrente su tante altre Dop Toscane”, sottolinea il Consorzio, che oggi conta 282 aziende associate, di cui 95 aziende “verticali” (che vinificano le proprie uve e imbottigliano i propri vini) per un totale di quasi 6 milioni di bottiglie prodotte all’anno.

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