Sulla forza di due annate eccezionali di Brunello di Montalcino, la 2015 (già dal 2020 sul mercato in versione Annata, e, da quest’anno, anche in versione Riserva), e la 2016, la critica internazionale si è già espressa in maniera netta e chiara, incoronandole come due annate tra le migliori di sempre di uno dei più importanti e blasonati vini d’Italia. Ma c’è anche un altro aspetto che mette d’accordo voci autorevoli nel mondo, ovvero quello di un territorio che va verso una cifra stilistica sempre più raffinata e capace di esprimere le peculiarità di Montalcino, attraverso il suo unico ed inconfondibile Sangiovese in purezza. Lo raccontano, a WineNews, dalla California e da Hong Kong, in una sorta di “dialogo dai due mondi”, due dei nomi più influenti della critica enoica internazionale, ovvero Monica Larner, firma italiana per il prestigioso “The Wine Advocate” fondato da Robert Parker, e James Suckling, nome tra i più seguiti, soprattutto nel sempre più importante mercato d’Asia (entrambi protagonisti di un’intervista video che Winenews metterà on line domani, ndr). “Sicuramente c’è un cambiamento netto verso una maggiore eleganza e finezza nei vini di Montalcino. In qualche modo è come se il territorio avesse raccolto una sorta di eredità stilistica di Franco Biondi Santi, scomparso nel 2013, che per il Brunello di Montalcino - di cui ha fatto la storia con la Tenuta Greppo, dove il Brunello è nato nell’Ottocento, ndr - è stato come un padre”.
“Oggi, in generale, i vini di Montalcino sono più “trasparenti” che in passato - dice, dal canto suo, da Honk Kong, James Suckling, che di Montalcino è anche cittadino onorario, oltre che un espertissimo conoscitore - c’è meno estrazione di frutta e di tannini, meno legno, sono vini che raccontano di più da dove vengono, e questo è un cambiamento in atto, negli ultimi 5-10 anni, che è molto bello ed importante. È un grande momento per il Brunello di Montalcino”.
Una visione del futuro di uno dei territori più importanti del vino mondiale, che poggia su una storia importante e su un presente, come detto, fatto di due grandissime annate. “É una grande momento per il Brunello di Montalcino, con due grandi annate, la 2015 che ora esce come Riserva, e la 2016. Tutto il mondo ne parla - sottolinea Suckling - tutti vogliono assaggiarle e fare paragoni, è come per le grandi annate di Bordeaux. È importantissimo avere due annate così. È interessante fare il paragone tra la 2015 Riserva e la 2016 Annata. La 2015 Riserva, come la 2015 Annata, è caratterizzata da una bella frutta, da tannini molto maturi, e anche da un’acidità importante, ed è bellissima anche al naso. La 2016 ha più struttura, più tannino, è più longeva, adatta ad al lungo invecchiamento per 20, 30 e anche 50 anni, mentre la 2015 si può bere anche più giovane, facilmente. Ma anche la 2015, in ogni caso, è un’annata da invecchiamento. Sintetizzando in una parola, la 2016 è “struttura”, la 2015 è “opulenza”. “Ho definito “classico” il Brunello di Montalcino 2016, “appariscente” la Riserva 2015, e ho definito queste annate come “bellwether” - aggiunge Monica Larner - termine che si riferisce alla campanella che si mette al collo della pecora per capire dove va il gregge, che è anche simbolo di buon auspicio per un futuro importante. Il motivo è che abbiamo due annate che ci danno l’opportunità di riflettere sul futuro della denominazione. La 2015 è più calda, solare, più esuberante, la 2016 molto più diretta, di grande pulizia, minerale, con una struttura importante, per vini da lungo invecchiamento. Lo sono entrambe le annate, in realtà, ma la 2016 in particolare, e c’è già curiosità per la 2016 Riserva. È interessante che ci siano queste due grandi annate in questo momento, ma non è stato sempre così. La 2014, per esempio, è stata un’annata difficile, poi abbiamo avuto la 2015, ottima, ma che è stata penalizzata perchè proprio quando è uscita sul mercato è arrivata la pandemia, con i ristoranti chiusi, la distribuzione in crisi e così via. Ora c’è un po’ più di ottimismo, e il fatto che entrambe queste annate, la 2015 e la 2016, siano capaci di durare a lungo, e di dare stabilità al mercato, è importante. E potranno aiutare anche l’annata 2017, che è stata un’altra annata complessa. Ma dobbiamo anche fare una riflessione su due temi: l’importanza del Rosso di Montalcino per il territorio, da un lato, e della crescita delle selezioni, dei single vineyards del Brunello di Montalcino, dall’altro, che possono crescere ancora man mano che si conosce sempre meglio il territorio. Anche perchè nel mondo c’è un consumatore sempre più attento ed esigente”.
Intanto, domani, sarà di scena la diretta “Benvenuto Brunello Off 2021”, online e sui social, con la “regia” del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino (ore 10:30, sul sito del Consorzio e su Facebook). Con, tra gli altri, la “Divina” Federica Pellegrini, la pluricampionessa olimpica e mondiale di nuoto, nella veste di testimonial delle stelle che saranno assegnate all’annata 2020 (veramente un’ottima annata, ndr), l’ultima vendemmia del Brunello, celebrata dall’iconica formella firmata da una delle sportive più vincenti di sempre e che riproduce il suo tatuaggio simbolo, l’Araba Fenice, che risale ad un momento difficile della sua carriera, nel 2006, ma che si è poi trasformato in portafortuna.
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