Sotto l’albero, per i 24.000 agriturismi italiani, arriva il bilancio di un 2021 di ripresa per oltre il 70% delle aziende, dato confermato - in prospettiva - anche per il 2022. Un rilancio forte dell’impegno sul fronte della sicurezza, della sostenibilità e della qualità, dopo un doppio lockdown e le restrizioni per una pandemia costata al settore quasi l’intero guadagno annuale. A favore degli agriturismi, le doti anti-Covid delle strutture, in molti casi fuori città e con ampi spazi all’aria aperta. La domanda, così, è aumentata, come dice il 42% delle imprese, con il boom dell’estate che è valso alla ristorazione nel complesso oltre 20 miliardi, e ha portato in agriturismo più del 60% degli italiani. E’ l’analisi di fine anno di Cia - Agricoltori Italiani, ieri, a Roma, per i 40 anni di Turismo Verde, la sua storica associazione per la promozione agrituristica.
Come confermano i dati Ismea, le imprese del settore hanno scelto, nel 2021, sulla scia della graduale ripresa dal Covid, di rimboccarsi le maniche, in base all’evolversi delle richieste dei consumatori, espressione di un chiaro consolidamento della domanda interna. Per 8 aziende su 10, gli ospiti sono prevalentemente italiani (per il 31% degli intervistati, della stessa Regione o limitrofe, e per il 49% di altre regioni). Si registra anche un primo ritorno degli europei, per il restante 20% delle aziende. I clienti sono sempre più famiglie con bambini e coppie (tipologie in crescita su base annua per oltre il 40% degli intervistati). Alloggio e ristorazione sono i segmenti con i risultati migliori, ma per l’82% delle imprese che hanno ricevuto richieste specifiche, queste sono state relative a maggiore autonomia, spazi aperti e sicurezza. Gli agriturismi sono diventati punto di riferimento: si consolida la vendita diretta con consegna a domicilio (37% degli intervistati) e l’ospitalità di lungo periodo (33%). Richiesti anche gli spazi per smart working (20%), l’e-commerce (15%) e pasti a domicilio (13%). Punti di forza, questi, per un 2022 che si prevede positivo stando al 72% delle imprese intervistate, anche senza cambiare i prezzi (per il 58% delle attività) e sempre se sapranno entrare in empatia con clienti esigenti, alla ricerca di un approccio green, senza rinunciare al relax.
“L’agriturismo si conferma un’eccellenza dell’offerta turistica italiana, il settore ha saputo reagire allo shock di mercato imposto dalla pandemia, limitando le perdite meglio di altri comparti turistici”, commenta il professore Angelo Frascarelli, presidente Ismea. “Ѐ evidente l’accelerazione di alcuni processi evolutivi della domanda, come il desiderio di vacanze sostenibili e connesse alla natura e all’ambiente, tendenza che negli anni a venire potrà essere sempre più marcata. Allo stesso tempo, il settore ha mostrato capacità di innovare e sono molti gli imprenditori che hanno utilizzato il periodo del primo lockdown per ripensare la propria offerta di prodotti e servizi, ripartendo dalla fase primaria e introducendo novità importanti, in linea con le esigenze dei clienti, come la consegna di prodotti a domicilio e l’allestimento di locali attrezzati per il lavoro da remoto. Nonostante i legittimi timori connessi al perdurare dell’emergenza sanitaria - conclude Angelo Frascarelli - il settore accresce la sua quota di mercato soprattutto domestico e rinsalda la sua reputazione, fino ad assumere il ruolo chiave di “sentinella” dei territori e interprete del cambiamento”.
“Un compleanno pieno di ottimismo. Il 2022 ci attende di sicuro più forti per far fronte a un’emergenza sanitaria tutt’altro che rientrata, ma anche carichi di tante buone pratiche messe in campo dal settore in tutto il Paese. Diversificare, implementare, dare forma a nuove proposte insieme ai clienti, è stata la chiave per resistere e migliorare. Per i nostri agriturismi - aggiunge il presidente di Turismo Verde/Cia-Agricoltori Italiani, Giulio Sparascio - si spera, ora, in un Natale positivo con +20% di fatturato, ma la nuova variante Covid sta mettendo in bilico le prenotazioni per le tavolate tra il 24 dicembre e l’Epifania, scelte soprattutto da ospiti fidelizzati e di prossimità per vivere le festività in un contesto familiare. Poi, sempre pandemia permettendo, subito al lavoro sulla primavera. Chiediamo alle istituzioni di fare sistema con il territorio e di dare il giusto sostegno a una ripresa senza intoppi. Bene, per esempio, il pacchetto di misure dedicate al turistico nell’ultimo Decreto per l’attuazione del Pnrr, che offre una prospettiva di grande interesse, anche alle imprese agrituristiche, in termini di efficientamento energetico, riqualificazione antisismica, eliminazione delle barriere architettoniche e digitalizzazione. Di contro, non sono sufficienti le risorse e ci batteremo perché tutte le aziende interessate possano beneficiarne. Sul piano culturale e non solo - conclude Sparascio - pensiamo l’agriturismo come futura “stazione di servizio” e sollecitiamo l’inserimento degli “agrichef” negli Albi regionali delle figure professionali. Puntiamo sul filo diretto con il mondo dell’istruzione, sostenendo l’alternanza scuola-lavoro e progetti concreti, esemplari quelli con l’Alberghiero di Amatrice, per una rete condivisa di conoscenze e competenze, bagaglio formativo per gli studenti e potenziale collante socio-economico nelle comunità”.
“Gli agriturismi hanno ridato luce alle aree interne, ristrutturato tante case rurali, recuperato ricette della tradizione contadina, cultivar antiche e specie autoctone, ripristinato il paesaggio e valorizzato l’agricoltura. Un patrimonio - aggiunge il presidente Cia/Agricoltori Italiani, Dino Scanavino - di cui l’Italia deve saper far tesoro, soprattutto ora grazie a Pnrr e Green Deal Ue, per risolvere subito i veri limiti, ritardo infrastrutturale in primis, a una sua reale innovazione che metta al centro le peculiarità del Paese, aree rurali e tipicità agroalimentari tra tutte, e accolga con puntualità la sfida verde e digitale europea”.
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