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SCENARIO ECONOMICO

Energia, materie prime e trasporti: +10% il costo di produzione di una bottiglia di vino

Allarme Unione Italiana Vini (Uiv): per il settore 1,3 miliardi di euro di costi aggiuntivi nel 2022. Castelletti: “servono misure più incisive”
COSTI DI PRODUZIONE, ENERGIA, MATERIE PRIME, UNIONE ITALIANA VINI, vino, Italia
Energia, materie prime e trasporti: +10% il costo di produzione di una bottiglia di vino

Che la tempesta dell’aumento dei costi di materie prime, energia e trasporti imperversasse anche sul mondo del vino, era annunciato da tempo, soprattutto (ma non solo) in ottica di ritocco dei listini nella grande distribuzione organizzata, dove i margini sono limitati. E se i primi effetti si sono visti già tra la seconda metà e la fine del 2021, come già raccontato da nomi del vino come Ferrari, Donnafugata, Banfi, Terra Moretti, Villa Sandi, Velenosi e Di Majo Norante a WineNewsi conti si ingrossano in modo pesante, in questo avvio del 2022, con un rincaro medio a carico delle aziende del 10% a bottiglia, con un peso stimato, a fine anno di 1,3 miliardi di euro di costi aggiuntivi, tra aumenti monstre di bollette, materie prime e trasporti. Un disastro competitivo per un settore campione del made in Italy sia in ottica export che di consumi interni, costretto a modificare i listini per non lavorare in perdita. A rilanciare l’allarme, ancora una volta, Uiv - Unione Italiana Vini (con il tema approfondito nel prossimo numero del suo “house organ”, “Il Corriere Vinicolo”). A pesare è soprattutto il costo complessivo della bolletta elettrica, per la quale è previsto un surplus di ben 350 milioni di euro rispetto 2 anni fa, a cui si aggiunge un miliardo di euro di spese in più per i rincari di trasporti, carta, vetro, legno e altro. Per l’organizzazione, che rappresenta l’85% delle esportazioni italiane del settore (che dovrebbero chiudere il 2021 oltre i 7 miliardi di euro, dopo una crescita del 13% nei primi 10 mesi dell’anno, ndr), si temono forti ripercussioni nel commercio con l’estero. L’Italia, infatti, è il Paese più esposto al rincaro di gas naturale ed energia rispetto ai concorrenti francesi e spagnoli che possono contare su mix energetici differenti e policy di contrasto più efficaci. Il rischio concreto è di perdere quote di mercato, non solo a vantaggio dei Paesi del nuovo mondo produttivo ma anche dei competitor europei.
E le misure annunciate a supporto delle imprese nei giorni scorsi dal Governo, in questo senso, non sembrano soddisfacenti. “Il decreto licenziato la scorsa settimana non basta - ha detto il segretario generale Unione italiana Vini (Uiv), Paolo Castelletti - nel breve periodo andrebbe affiancato dal taglio dell’Iva sulle bollette e da misure per calmierare anche il costo del gas, non previste dal testo. In ottica di risparmio, nel medio periodo la parola chiave per un settore che è un buon consumatore di energia è quella degli investimenti. Macchinari più efficienti in vigneto e in cantina, autonomia energetica con fonti rinnovabili, materiali più sostenibili sono gli strumenti sui quali le aziende puntano. In tal senso, nuove opportunità arriveranno con il capitolo agricolo del Pnrr che prevede un budget di oltre 2 miliardi di euro per questo tipo di azioni. Chiediamo, pertanto, al Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli - ha concluso Castelletti - quali siano le tempistiche di attuazione dei primi investimenti del Pnrr e degli incentivi su parco solare, innovazione e meccanizzazione”. Secondo il settimanale di Unione Italiana Vini (Uiv), che, nell’inchiesta, ha intervistato i protagonisti di alcune tra le principali imprese del settore, oggi non è più a rischio solo il mark up delle imprese, totalmente eroso da una bolletta senza precedenti, ma la sopravvivenza stessa delle aziende, i cui rincari superano di gran lunga i margini. Il ritocco dei listini sulle nuove etichette è tanto inevitabile quanto pericoloso, visto che gli stessi consumatori subiranno aumenti di 630 euro a famiglia solo per luce e gas. Con il rischio tutt’altro che remoto che alcuni taglino i consumi di un bene edonistico e voluttuario, e non più primario, come da tempo è il vino.

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