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VINO & CINEMA

Rocca delle Macìe, la prima “Cinematic Winery”, e i 50 anni di “… Continuavano a chiamarlo Trinità”

Storica produttrice di cinema e Chianti Classico, la griffe celebra il film più visto di sempre prodotto da Italo Zingarelli, fondatore della cantina

I più terrificanti ceffoni della storia del grande schermo al posto di sangue e sparatorie, i fagioli, “che comunque erano uno schifo”, i saloon distrutti e i ristoranti in cui il galateo si suicida di fronte a frasi come “devi portarci da mangiare e anche alla svelta” come si sente rispondere il maître della “migliore mangiatoia di tutto lo Stato”, non sono solo le scene cult che fanno parte dell’immaginario collettivo legato alla saga di “Trinità” con le avventure di Trinità e del suo “fratellone” Bambino, la “mano destra e sinistra del Diavolo”, e che tutti, a qualsiasi generazione apparteniamo e nei quattro angoli del mondo, conosciamo a memoria. Ma sono anche quelle che in un sol colpo hanno creato un fenomeno cinematografico legato alla coppia più amata del cinema italiano, Bud Spencer e Terence Hill, e inventato il “fagioli western”, la parodia dello “spaghetti western”. Oggi, a mezzo secolo dall’uscita nelle sale di “… Continuavano a Chiamarlo Trinità” nel 1971, è la prima “Cinematic Winery” italiana a celebrare l’Anniversario n. 50 del film più visto di sempre della storia del cinema italiano, tuttora campione imbattuto di spettatori e pubblico, sequel di “Lo chiamavano Trinità ...”: Rocca delle Macìe, storica produttrice di cinema e Chianti Classico, fondata da Italo Zingarelli, produttore e regista delle pellicole dirette da E.B. Clucher, e guidata dalla sua famiglia.
“La bellezza di ogni film, come quelli realizzati da nostro padre, sta soprattutto negli occhi e nelle emozioni di chi li ha guardati e li guarda ancora oggi - spiega, a WineNews, Sergio Zingarelli - non è solo per celebrare “Trinità” e “… Continuavano a chiamarlo Trinità” che in questi due anni a Rocca delle Macìe ci siamo piacevolmente ritrovati. Questi due grandi film hanno permesso di iniziare un nuovo percorso della nostra famiglia, quello del vino che, come il cinema, suscita emozioni forti, concrete e identitarie grazie soprattutto al fascino del nostro territorio. Sull’onda del successo dell’evento dello scorso anno, abbiamo deciso - aggiunge - di dedicare una nuova serie di iniziative al secondo film della serie. Un modo di rendere tributo a nostro padre Italo, che grazie ai successi della sua coraggiosa visione ha permesso la nascita di Rocca delle Macìe, e a preparare il terreno per le “nozze d’oro” della nostra Tenuta”.
Le celebrazioni dei 10 lustri di “… Continuavano a Chiamarlo Trinità”, ieri sera, con un “Country Party” in mezzo agli ulivi della Tenuta a Castellina in Chianti ispirato ai “backstage” ed ai set di “Trinità”, con la proiezione su grande schermo della pellicola rimasterizzata e una cena sotto le stelle a più mani degli chef Maurizio Bardotti (dell’“Osteria Passo dopo Passo”, il ristorante della griffe), Jacopo Pereira (Il Frantoio, Colle Val d’Elsa), Alessandro Rossi (dello stellato Gabbiano 3.0, Marina di Grosseto) e Marco Neri (Taverna San Giuseppe, Siena), rappresentano il secondo degli anniversari n. 50 “fondanti” dell’azienda, dopo quello di “Lo chiamavano Trinità ...” (uscito nelle sale nel 1970, quando venne visto da quasi 9 milioni di persone incassando oltre 3 miliardi di lire), Un’azienda che, nel cuore del Chianti Classico, si afferma sempre di più come nuova “movie destination” per gli amanti del vino e del cinema italiani, grazie al “Piccolo Museo Galleria Trinità”, con i cimeli dei set, memorabilia e foto di scena inedite, meta dei desideri per i milioni di fan che ancora oggi la saga di “Trinità” vanta in tutto il mondo in un appassionato seguito generazionale ed internazionale. Merito del sodalizio tra due tra i più grandi attori e uno dei più importanti produttori italiani, in un “un connubio che ha segnato la storia del cinema italiano e che si deve alla lungimiranza di nostro padre Italo - ricorda Sandra Zingarelli, da sempre più vicina al ramo cinematografico della famiglia - il quale fu capace di leggere in quelle sceneggiature il desiderio, in un’Italia che viveva le prime importanti difficoltà economiche e sociali, di riemergere e ripartire, con forza e leggerezza”.
E non può certo mancare un Chianti Classico Gran Selezione 2019 da collezione, la “star” in bottiglia di Rocca delle Macìe, e la seconda edizione limitata, prodotta in sole 1971 magnum per ricordare l’anno di uscita della pellicola nelle sale, ottenuto dal Sangiovese allevato nelle Tenute Le Macìe e Sant’Alfonso, le prime ad essere acquistate nel 1973 da Italo Zingarelli, dedicata dai tre figli Fabio, Sandra e Sergio Zingarelli al padre, e “vestita”, questa volta, da “… Continuavano a Chiamarlo Trinità” sempre con la mano artistica dell’Officina Grafica di Firenze (il prezzo allo scaffale è di 200 euro, e la stessa edizione speciale è stata fatta lo scorso anno per il primo film con 1970 magnum di Gran Selezione 2016 dedicate a “Lo Chiamavano Trinità”, ndr). Ad assaggiarlo in anteprima, insieme a WineNews (che l’anno scorso aveva brindato con Terence Hill con il direttore Alessandro Regoli), tante personalità, del mondo del vino, delle istituzioni, come la vice presidente della Regione Toscana Stefania Saccardi, e del cinema, dai fratelli Guido e Maurizio De Angelis, gli “Oliver Onions”, gruppo musicale italiano di Roma, arrangiatori e autori di colonne sonore negli anni Settanta e Ottanta, e di quasi tutte le colonne sonore dei film della coppia Spencer-Hill, Daniele De Gemini, direttore artistico della Beat Records Company, la più antica casa discografica italiana specializzata in colonne sonore, il maestro Renato Casaro, uno dei più importanti e famosi cartellonisti cinematografici italiani, l’attore e chef Andy Luotto, il fumettista Baldisserotto ed il musicista Annibale Giannarelli, autore e interprete della musica di “Trinità” e il migliore in “The Voice Senior 2021”, che ha regalato (prima della proiezione del film) una performance al pianoforte, con una voce mitica, capace di far emozionare gli oltre duecento invitati ad una festa tanta bella quanto dal sapore familiare, sulla terrazza splendida della Tenuta di Rocca delle Macìe, tra la bellezza di un territorio coltivato dall’uomo e “dipinto” da cipressi, olivi e vigneti, a perdita d’occhio.
Celebrazioni che lanciano anche il terzo anniversario “dorato” che sarà festeggiato nel 2023, quello della fondazione di Rocca delle Macìe, una realtà nella quale oggi vino (prodotto in oltre 200 ettari vitati su 500 complessivi della griffe, suddivisi tra le Tenute di proprietà Le Macìe, Sant’Alfonso, la Riserva di Fizzano e le Tavolelle nel Chianti Classico, Campo Maccione e Casa Maria in Maremma nella zona del Morellino di Scansano per una produzione, in media, di 1,8 milioni di bottiglie e un giro d’affari di 21 milioni di euro, realizzato per oltre il 70% all’estero, con gli enologi Luca Francioni e Lorenzo Landi), gastronomia (con il ristorante guidato dallo chef già stellato Bardotti), e cinema, vivono in modo sinergico, accanto all’ospitalità. Del resto, sono queste le passioni del fondatore tramandate in famiglia, sin da quando negli stessi anni dell’uscita nelle sale dei suoi film più famosi, Italo Zingarelli, romano di origine, coronò il sogno della vita proprio grazie ai successi cinematografici, dopo aver lavorato con registi del calibro di Ingmar Bergman, Ettore Scola, Martin Scorsese, e non solo, e dopo essersi innamorato perdutamente di uno dei territori del vino più belli del mondo tra la Siena del Medioevo e la Firenze del Rinascimento, come lo siamo noi oggi di “Trinità”.

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