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IL COSTO DELLA BOTTIGLIA

Vetro, dal 2023 ulteriore aumento del +20%. E’ il quarto rincaro in un anno

Unione Italiana Vini (Uiv): “l'industria, nonostante il credito di imposta al 40%, scarica i costi a valle. Allora ne beneficino le cantine”
RINCARI, UNIONE ITALIANA VINI, VETRO, vino, Italia
Vino, principe delle esportazioni made in Italy (PH: Dan Cristian Padure Via Unsplash)

Forse è meno difficile trovare le bottiglie per il vino, rispetto a qualche mese fa. Ma i produttori di vino, il vetro, fondamentale, sarà ancora più caro, a partire dal 2023. Perchè in questi giorni “l’industria del vetro sta inviando alle imprese vitivinicole nuove modifiche unilaterali dei contratti. La variazione delle tariffe, nell’ordine del +20%, è prevista a partire dal prossimo gennaio: si tratta - sottolinea Unione Italiana Vini (Uiv) - del quarto aumento imposto alle aziende nel giro di un anno. Secondo il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti, “con questa nuova modifica, il conto sul costo del vetro per il settore del vino sale in media del 70% in appena 12 mesi.
È un ulteriore fardello difficile da sostenere ma anche da comprendere, sia in ragione di tariffe energetiche stabili che soprattutto per il credito di imposta del 40% accordato ai comparti energivori anche per calmierare i prezzi. A questo punto sarebbe forse più utile che fossero le imprese del vino a percepire le agevolazioni fiscali, se, come riscontrato, l’industria energivora scarica comunque a valle aumenti che ora non sono più sostenibili. In questo senso, chiediamo al Governo di valutare un aiuto ad hoc nell’ambito della legge di bilancio per supportare un aumento dei costi che rischia di compromettere la competitività delle nostre imprese”.
Secondo l’Osservatorio Uiv/Vinitaly, l’escalation dei soli costi energetici e delle materie prime secche (vetro, tappi, capsule, carta, cartone) riscontrata dal settore nel 2022 equivale a un aumento dell’83% rispetto ai budget iniziali, per un totale di 1,5 miliardi di euro di spese aggiuntive. Un importo che penalizza i segmenti basic e popular dell’offerta enologica, sempre meno in grado di scaricare sui consumatori il surplus dei costi.

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