Il divario generazionale si fa sentire anche per i consumi di alcolici: in Francia il fenomeno del Dry January (una sorta di detox post-festivo per cui il primo mese dell’anno non si beve alcol) si diffonde sempre più nella Generazione Z, mentre fa molto meno presa nelle fasce di età più alte. Lo dice un sondaggio Ifop (Institut Français d’Opinion Publique) condotto online su 985 adulti a novembre 2022 per Freixenet-Gratien, la filiale francese di Henkell Freixenet, il principale produttore mondiale di vini spumanti.
Secondo la ricerca, il 27% dei francesi intende ridurre il consumo di vino, birra e alcolici a gennaio, con il 7% che si cimenta, per la prima volta, in questa pratica, che sale al 18% tra i 18-24enni, ma solo al 3% tra i 50-64enni. L’8% è un praticante annuale e il 12% segue una versione più “leggera”, cioè con eccezioni. Il 49% degli intervistati non intende provare il Dry January, con il 45% che dichiara di non essere “interessato”, percentuale che sale al 55% tra i 50-64enni, rispetto al 28% dei 18-24enni. La tendenza alimenta il crescente divario generazionale nel consumo di bevande alcoliche, con il numero di bevitori regolari di vino di età compresa tra 18 e 39 anni che è sceso dal 37% del 2010 al 26% di oggi.
Secondo il sondaggio francese, sebbene il 76% degli intervistati abbia bevuto vino almeno una volta nell’ultimo anno, il tasso di penetrazione varia in modo significativo a seconda dell'età: scende al 64% tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni rispetto all’87% di quelli di età superiore ai 65 anni. Il consumo di vino durante tutto l’anno rimane superiore a quello della birra, raggiungendo il 70% della popolazione, ma con consumatori più giovani: l’80% dei 25-34enni contro il 63% dei 50-64enni. Entrando più nel dettaglio, il 19% degli intervistati ha bevuto vino senza alcol almeno una volta nel 2022, sul 39% della birra senza alcol.
Per il vino, dunque, è molto più difficile farsi scegliere rispetto al passato, in quanto deve competere non solo con il mondo della mixology, della birra e degli spirits, ma anche con una crescente attenzione per una vita più sana e una generale tendenza alla moderazione dei consumi da parte delle nuove generazioni di consumatori. Questo spiega anche l’enorme successo che stanno riscuotendo, negli ultimi anni, tra i giovanissimi, le bevande no/low alcool, tanto che grandi brand e multinazionali stanno investendo ingenti risorse su questo comparto, oltre ad osservare con attenzione il trend per capire quale diffusione possa raggiungere in futuro.
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