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SOTTO IL MARTELLETTO

Le etichette più preziose, le griffe che hanno fatturato di più: il 2022 di iDealwine

Nell’analisi WineNews, gli highlights della prima casa d’aste online al mondo: comanda la Borgogna, in Italia guida il Sassicaia di Tenuta San Guido
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Gli highlights del 2022 di iDealwine

Quarantasette vendite all’asta, di cui nove collezioni private, per un totale di 197.928 bottiglie aggiudicate, e un valore complessivo di 38,3 milioni di euro (+40% sul 2021 e + 136% negli ultimi 5 anni), commissioni d’acquisto incluse: è il 2022 di iDealwine, leader mondiale delle aste di vini online e prima casa d’aste in Francia, che nel suo “Barometer 2022 Auctions Outlook for 2023” restituisce una fotografia decisamente interessante dello stato dell’arte del mercato secondario dei fine wine. Una nicchia - per volumi e fatturati complessivi - rispetto al mare magnum del vino mondiale, ma anche la dimensione in cui si costruisce il valore delle griffe, specie, oggi più che mai, di Borgogna, ma anche di Bordeaux, Champagne, Rodano, Piemonte e Toscana, sempre meno periferici nella geografia dei grandi vini da investimento e da collezione.
Il prezzo medio delle bottiglie battute all’asta da iDealwine è stato di 194 euro, con il picco dei 384 euro della Borgogna (+58,6% sul 2021), dei 259 euro dello Champagne (+42,4%) e dei 165 euro del Rodano (+20,9%), mentre il prezzo medio di aggiudicazione per le etichette italiane è stato di 105 euro a bottiglia. In termini di tipologie, il 73,1% delle bottiglie sotto il martello è stato di vino rosso, il 17,7% di vino bianco, il 4% di bollicine, il 4,1% di vini dolci, lo 0,5% di rosati. A livello di provenienza, il 36,6% delle bottiglie in asta è arrivato da Bordeaux, il 22,8% dalla Borgogna, il 13,6% dal Rodano, il 6,6% dalla Loira, il 4% dallo Champagne ed il 2,8% dall’Italia. A valore, la Borgogna ha rappresentato invece il 45,3% del fatturato complessivo, Bordeaux il 26,6%, il Rodano l’11,6%, lo Champagne il 5,4%, la Loira il 3,4% e l’Italia il 5%.
Addentrandoci nelle curiosità e nei dati più interessanti, il lotto che ha raggiunto l’aggiudicazione più alta è stato quello delle 12 bottiglie di Domaine de la Romanée-Conti 2018 i (1 Corton, 1 Montrachet, 2 Échézeaux, 1 Grands-Échézeaux, 2 Romanée Saint-Vivant, 1 Richebourg, 3 La Tâche, 1 Romanée-Conti), a 84.320 euro, mentre la singola bottiglia che ha toccato la quotazione maggiore è stata quella di Musigny GC 2006 di Domaine Leroy (34.100 euro) , e la collezione privata più ricca ha raccolto ben 1,46 milioni di euro (la più “povera” 250.000 euro).
Curiosamente, in cima alla lista delle aziende con il fatturato maggiore nelle aste di iDealwine, non c’è Domaine de la Romanée-Conti (al secondo posto con 1,79 milioni di euro), ma Domaine d’Auvenay, sempre dalla Borgogna, con un giro d’affari di 2,1 milioni di euro (ed un prezzo medio per bottiglia di 5.464 euro) . Sul terzo gradino del podio la griffe del Rodano Emmanuel Reynaud (Chateaux Rayas, Fonsalette, Pignan e des Tours), a 1,71 milioni di euro, e ben 3.477 bottiglie sotto al martelletto, mentre il primo grande nome di Bordeaux è Petrus, con 1,6 milioni di euro di vino aggiudicato, per un prezzo medio di 3.229 euro a bottiglia, alla posizione n. 4. Tra gli Champagne, spicca Jaques Selosse, con un totale aggiudicato di 652.000 euro, per 764 euro a bottiglia, con Salon che fa meglio in termini di prezzo medio: 1.600 euro a bottiglia.
Dietro al Musigny GC 2006 di Domaine Leroy, nella top ten delle bottiglie che hanno raggiunto le aggiudicazioni più alte - in una classifica che, nelle prime 50 posizioni, vede esclusivamente etichette di Borgogna - troviamo il Romanée-Conti 2015 di Domaine de la Romanée-Conti (31.620 euro), il Romanée-Conti 2010 di Domaine de la Romanée-Conti (26.164 euro), il Criots-Bàtard-Montrachet 2005 di Domaine d’Auvenay (24.552 euro, quadruplicando il prezzo base) , lo Chevalier Montrachet 2013 di Domaine d’Auvenay (23.188 euro), il Romanée-Conti 2013 di Domaine de la Romanée-Conti (22.444 euro), il Romanée-Conti 2014 di Domaine de la Romanée-Conti (22.320 euro), il Romanée-Conti 2016 di Domaine de la Romanée-Conti (21.452), il Bàtard-Montrachet 2013 di Domaine d’Auvenay (20.832 euro) ed il Romanée-Conti 2017 di Domaine de la Romanée-Conti (20.584 euro).
Guardando al Belpaese (ottava Regione per volumi e fatturati, con 5.584 bottiglie battute all’asta, il 51% delle quali dal Piemonte) il top seller è stato Tenuta San Guido, la griffe di Bolgheri e del Sassicaia, che sulle aste di iDealwine ha mosso 103.334 euro, con 402 bottiglie ed un prezzo medio di 257 euro a bottiglia. Al secondo posto Gaja, con un giro d’affari di 42.346 euro e 230 euro a bottiglia, in terza posizione Bartolo Mascarello, con 25.575 euro totali per 272 euro a bottiglia. In quarta posizione Giacomo Conterno, con un fatturato complessivo di 25.301 euro per 378 euro a bottiglia, ed al quinto posto Giuseppe Rinaldi, con 24.662 euro totali e una media di 220 euro a bottiglia. Nella top 20, con fatturati via via più bassi, troviamo quindi Comm. G.B. Burlotto, Ornellaia, Cappellano, Borgogno, Bruno Giacosa, Antinori, Bertani, Aldo Conterno, Pelissero, Col d’Orcia, Produttori del Barbaresco, Sandrone, Case Basse (Soldera), Roagna e Vietti. L’aggiudicazione media più alta è di gran lunga quella di Case Basse (Gianfranco Soldera): 798 euro a bottiglia, per un totale di appena 8 bottiglie battute all’asta.
Guardando invece alle singole bottiglie italiane, la più quotata è stata una bottiglia di Sassicaia della mitica annata 1985, aggiudicata per 2.170 euro ad un collezionista svizzero, mentre sono andate ad Honk Kong, rispettivamente ad un collezionista privato e ad un commerciante, una bottiglia di Barbaresco Santo Stefano di Neive 1964 di Bruno Giacosa, battuta a 1.854 euro (con una rivalutazione del 331%), ed una del mitico Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno 2004, aggiudicata per 1.178 euro. Poco di più dei 1.166 euro toccati da una bottiglia di Brunello di Montalcino Riserva Soldera 2004 di Case Basse, e da una bottiglia di Masseto 2008 della Tenuta Masseto di Frescobaldi (880 euro).Completano la top ten delle aggiudicazioni dei vini italiani due bottiglie di Barolo Pie 2017 di Franco Cappellano (1.736 euro, ossia 868 euro a bottiglia), una bottiglia di Barolo Vigna Rocchette 1971 di Giovanni Accomasso & Figli (868 euro), una bottiglia di Barbaresco Crichet Pajé 1996 di Roagna (868 euro), una bottiglia di Barolo Etichetta d’Artista 1999 di Bartolo Mascarello (868 euro) e una bottiglia di Barolo Monvigliero 2016 di Comm. Giovan Battista Burlotto (682 euro).

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