L’agricoltura? Ancora più tech Barone Pizzini spinge sul bio … Terra pulita e capitali per una storia di successo in Franciacorta. “In dieci annI il valore dei terreni vitali si è duplicato, nei prossimi dieci l’incremento sarà analogo se non maggiore”, dice il ceo Bresciani… Dimenticatevi l’idea di un’agricoltura bucolica, arcaica e affidata solo alle primitive regole della natura. Oggi l’agricoltura e la viticoltura (soprattutto quella biologica) si avvalgono di supporti tecnologici all’avanguardia. E non c’è alcuna contraddizione. Anzi. Lo sanno bene alla Barone Pizzini, una delle cantine più premiate della Franciacorta, fatturato da 8 milioni di euro con una produzione annuale di circa 600 mila bottiglie. Un’azienda che da anni ha imboccato la via del connubio tra vino naturale e tecnologia. “Il prodotto vino buono - spiega con un sorriso Silvano Bresciani, amministratore delegato della Barone Pizzini – è semplicemente un prerequisito. Mai come oggi, vini di alta gamma si stanno certificando Bio ma anche Vegan. Noi abbiamo iniziato questo percorso quando ancora c’erano le lire. Però l’agricoltura è un settore che ha bisogno di innovazione: droni, terreni mappati dal satellite, trattori controllati tramite app, macchine 4.0 contro la peronospora. Il lavoro di precisione nel biologico è fondamentale: una mappa di vigore traccia il terreno pianta per pianta. Siamo per la biodiversità funzionale e non fine a sé stessa”. Le quotazioni In Franciacorta i vigneti di Pizzini, la cui età media è di 20 anni, si estendono per 60 ettari divisi in 30 parcelle a un’altitudine da 200 a 350 metri sul livello del mare. Da anni ormai l’apprezzamento internazionale delle bollicine di Franciacorta ha portato alle stelle la quotazione dei terreni di quell'area che adesso toccano i 400 mila euro a ettaro. Una crescita costante figlia di un successo globale abilmente gestito dal Consorzio Franciacorta di cui Brescianini è presidente. “Il nostro territorio si sta dimostrando un’ottima opportunità per vino e turismo, il mercato riconosce e premia l’unicità del terroir e l’eccellenza dei prodotti. In una decina d’anni il valore dei terreni vitati è raddoppiato e io stimo che nei prossimi dieci la crescita sarà analoga se non addirittura maggiore. Investire in Franciacorta significa credere nel segmento alto del vino, in forte crescita, beneficiare di un marchio sinonimo di qualità sia in termini di prodotto che, soprattutto, di reputazione. Il tutto però senza perdere vista un aspetto fondamentale: in Franciacorta ci occupiamo di agricoltura, non di finanza, con tutto ciò che ne è correlato a partire dal timing delle operazioni”. Del resto, l’evoluzione stessa della cantina nasce da una storia lontana anni luce dalle speculazioni finanziarie. Intorno al 1820 i nobili eredi della casata asburgica Pizzini Piomarta Von Thumberg si trasferirono a Timoline per occuparsi dell’azienda di famiglia. Da questa data, vari discendenti si susseguirono alla guida della cantina sino all’ultimo, il Barone Giulio Pizzini che ebbe un molo determinante nello sviluppo della viticoltura in Franciacorta: grazie a lui, infatti, la Barone Pizzini fu una delle 11 aziende che contribuirono nel 1967 alla creazione della Denominazione d’Origine Controllata. E proprio lui, nei primi anni ’90 a coinvolgere nella proprietà un piccolo gruppo di imprenditori appassionati al mondo enologico, gettando così le basi dell'attuale azienda. A loro, alcuni anni dopo, nel 1993, Giulio Pizzini affidò la cantina Barone Pizzini. Il gruppo agli inizi degli anni Duemila Barone Pizzini esce dai confini della Franciacorta per misurarsi con alcuni dei più vocati territori italiani la prima tenuta è nelle Marche: Pievalta, prima azienda biodinamica della regione, che si estende su 43 ettari distribuiti nelle aree intorno a Jesi ed è vocata alla valorizzazione del Verdicchio. La seconda è la tenuta dei Poderi di Ghiaccioforte, situata sulle colline di Scansano nel cuore della Maremma, deve il proprio nome proprio al sito etrusco di Ghiaccio Forte del IV secolo AC situato lì vicino a Scansano. Anche questa rigorosamente condotta secondo i dettami della viticoltura biologica. Alla vista, nel prossimo futuro, ci sono altre acquisizioni al di fuori dai confini della Franciacorta? “No al momento la priorità è quella di rafforzare la nostra presenza sul territorio del Lago d’Iseo - afferma Brescianini che è anche vicepresidente di Coldiretti Brescia - stiamo acquistando terreni per realizzare l’ampliamento della cantina: stiamo progettando una struttura (quasi completamente sottoterra) un ampliamento quasi al raddoppio della superficie attuale in grado di farci aumentare considerevolmente la disponibilità di stoccaggio”. Un’ennesima dimostrazione di concretezza anche nella costruzione di un futuro la cui crescita passa per linee interne. “Inutile negare che il capitale è indispensabile per l’azienda-vino di successo - afferma il ceo della Pizzini -terreni, strutture e vini in affinamento per anni richiedono investimenti significativi e possono portare a margini ben superiori al 20 o 25 per cento, ma la crescita del valore che si consolida nel tempo, richiede alte professionalità. Formare persone capaci di raccontare i valori della cantina alla cosiddetta grande ristorazione in Italia, ma soprattutto all’etero, è la vera sfida. Ecco perché stiamo investendo su una grande cantina in cui far crescere nuovi talenti e migliorare ancora quantità e qualità produttiva”.
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