Una vigna urbana all’interno di un polo universitario. Succederà a Torino, come frutto della collaborazione tra il Politecnico e Citiculture, la startup green tech che trasforma spazi cittadini in luoghi di impatto sociale e ambientale. Un progetto di rivoluzione sostenibile attraverso la vite, che racchiude concetti come rigenerazione urbana, beni comuni, tecnologia e innovazione. Perché la vigna, rinominata “Campus Grapes”, è caratterizzata da un aspetto fortemente sociale, in quanto il progetto è aperto a tutti e finanziato interamente da un crowdfunding che, nella sua fase di precrowd, parte proprio oggi, 7 novembre, con l’obiettivo dichiarato di raccogliere 70.000 euro. La superficie si estende per 1.000 metri quadri e ospiterà più di 750 piante di vite in vaso, che andranno ad arricchire il piano di riqualificazione del verde della sede principale del Politecnico, in uno spazio diviso tra aule e aree dedicate alla socializzazione e al relax di studenti e frequentatori del campus. Tra i laureandi impegnati nel progetto, gli iscritti al nuovo corso Magistrale in Agritech Engineering oltre a quelli del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino: un laboratorio a cielo aperto, in cui gli studenti potranno condurre esperimenti e attività didattiche e i ricercatori proporranno sperimentazioni in quello che sarà un vero e proprio living lab.
Dal punto di vista vitivinicolo, l’elemento sperimentale sta nella scelta di diversi tipi di clone, di filari e pergole, e in diversi tipi di varietà di vite e bacca, anche per ridurre al minimo l’intervento di fitosanitario, oltre che nella scelta di piantare le vigne in vaso. La selezione delle viti è fatta in collaborazione con il Vivai Rauscedo, uno dei più grandi vivai d’Europa e tra i pionieri nello sviluppo delle varietà resistenti Piwi. L’inizio dei lavori di realizzazione è previsto entro aprile 2025, con l’inaugurazione ufficiale fissata per giugno.
“Dopo aver contribuito alla rinascita e allo sviluppo della “Vigna della Regina” di Torino e collaborato con alcune delle più affascinanti e importanti vigne urbane del mondo grazie alla Urban Vineyards Association, ho voluto dare continuità a una visione in cui credo molto: la viticoltura urbana sostenibile e inclusiva, come strumento per generare impatti Esf - ha spiegato in fase di presentazione del progetto, Luca Balbiano, ceo e founder della startup Citiculture, in occasione di “Vendemmia a Torino - Grapes in Town” & “Portici Divini” - insieme ai miei soci abbiamo deciso di partire dalla nostra città, Torino, ed è stato naturale attivare una collaborazione con il Politecnico di Torino, una delle realtà europee più all’avanguardia e attente all’innovazione e alla cura dell’ambiente urbano. “Campus Grapes” è il primo progetto attraverso cui Citiculture potrà crescere e mostrare ad aziende ed enti pubblici il nostro modello. Un progetto partecipativo, vivo e inclusivo che, attraverso il crowdfunding, punta a creare un forte senso di appartenenza con tutti coloro che vorranno essere parte di questa grande avventura”.
L’alleanza tra Politecnico e Citiculture nasce infatti dalla condivisione di tematiche fondamentali quali la ricerca tecnologica a favore della sostenibilità concreta, il processo di innovazione strategica e di incubazione di idee che diventano progetti concreti di coesione sociale e urbana. E così, secondo i promotori, anche la viticoltura può giocare un ruolo chiave nella rigenerazione urbana, trasformando i luoghi in valore sociale, ambientale ed economico.
“Per il Politecnico di Torino si tratta di un progetto estremamente interessante, inserito nel piano di “Nature based solutions” a cui stiamo lavorando per sperimentare direttamente nei nostri campus soluzioni di adattamento al cambiamento climatico”, ha commentato la vicerettrice per Campus sostenibile e Living Lab del Politecnico di Torino, Patrizia Lombardi. “Sarà inoltre uno spazio per sperimentazioni didattiche e di ricerca in un settore, quello dell’agricoltura 4.0, su cui l’Ateneo è all’avanguardia e propone anche un percorso di studi specifico con la Laurea magistrale in Agritech Engineering”, hanno aggiunto i docenti Danilo Demarchi e Marco Piras, referenti scientifici del progetto.
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