Gli Usa mettono i dazi, il Canada risponde con la stessa moneta non rendendo la vita facile agli alcolici prodotti negli Stati Uniti. Cala il “grande freddo” tra i due Paesi, i cui scambi commerciali, complice anche la vicinanza geografica, sono sempre stati quantitativamente notevoli. Come è noto, le merci canadesi saranno soggette a dazi del 25% (stessa cosa per quelle messicane), e, a stretto giro, è arrivata la contromisura del Canada, con la risposta del primo Ministro canadese Justin Trudeau al Presidente Usa Donald Trump: a partire dal 4 marzo, il Governo del Canada ha imposto subito tariffe del 25% su 30 miliardi di dollari di merci importate dagli Stati Uniti. In particolare, come spiegato da Trudeau in un post, il Canada applicherà tariffe del 25% su 155 miliardi di dollari di prodotti americani, iniziando con beni per un valore di 30 miliardi di dollari ed i restanti 125 miliardi di dollari tra 21 giorni.
Tariffe che, ha illustrato il Governo canadese, rimarranno in vigore fino a quando gli Stati Uniti non elimineranno quelle sulle merci canadesi. Scorrendo la tabella pubblicata dal Governo canadese tra i prodotti che “non si salveranno” dalle nuove tariffe ci sono il vino, i liquori e la birra oltre a numerosi prodotti legati al food. Ma non finisce qui. Il Governo dell’Ontario, territorio che rappresenta la provincia più popolosa del Canada, ha infatti ordinato a Lcbo (Liquor Control Board of Ontario), ovvero il monopolio e quindi unico importatore ufficiale degli alcolici Usa in Ontario, con vendite annuali fino a 965 milioni di dollari (e oltre 3.600 prodotti in listino da 35 Stati americani) di adottare misure operative per implementare restrizioni su tutte le vendite di bevande alcoliche statunitensi e sulle importazioni. Lcbo ha comunicato di aver cessato l’acquisto di tutti i prodotti dagli Usa, e quindi che i clienti al dettaglio non possono più acquistarli su lcbo.com e sull’app mentre. I clienti all’ingrosso, inclusi negozi di alimentari e minimarket, bar, ristoranti e altri rivenditori, non sono più in grado di effettuare ordini di prodotti statunitensi online. Tutto ciò senza dimenticare che liquori, vino, sidro, birra, cocktail, ready to drink e prodotti analcolici prodotti negli Stati Uniti “non saranno più disponibili nei nostri negozi al dettaglio o nei Lcbo Convenience Outlets”. I clienti potranno essere aiutati a trovare prodotti alternativi, tanto dal Canada che dal resto del mondo. Una situazione “incandescente” tanto che non ci sarebbe solo l’Ontario a togliere gli alcolici degli States dagli scaffali dei negozi. E chissà che questo, di riflesso, non possa trasformarsi in un assist per il vino italiano considerato che il Canada è il quarto importatore con un export che, nei primi 11 mesi 2024 ha superato i 413 milioni di euro.
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