
Le scorte nella “Cantina Italia” scendono ancora, ma rimangono sostanzialmente stabili in confronto a un anno fa: al 31 maggio 2025 nelle aziende italiane, infatti, sono presenti in giacenza 46,6 milioni di ettolitri di vino, ovvero il -6,3% sul 30 aprile 2025 e il +0,4% nel confronto con il 31 maggio 2024. A questi dati vanno aggiunti 3,1 milioni di ettolitri di mosti e i 77.863 ettolitri di vino nuovo ancora in fermentazione. A dirlo, l’ultimo report Icqrf-Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, pubblicato dal Ministero dell’Agricoltura.
Che spiega anche che il 55,6% del vino detenuto è a Dop, con prevalenza di vini rossi (51,3%), mentre il 25,9% è a Igp, sempre con netta prevalenza del rosso (57,1%), mentre i vini varietali detenuti costituiscono appena l’1,4% del totale, mentre il 17,2% è costituito da altri vini generici. Molto concentrate le giacenze dei vini a Indicazione Geografica, che, in Italia, sono 526: le prime 20 denominazioni contribuiscono al 57,4% del totale.
Il 58,3% del vino è detenuto nelle regioni del Nord, prevalentemente nel Veneto dove si trova il 26,1% del vino nazionale, soprattutto grazie al contributo delle giacenze delle province di Treviso (11,0%) e Verona (9,1%). Guardando alle Dop e Igp con “scorte” sopra al milione di ettolitri, come sempre guida il Prosecco Doc che, da solo, vale l’11,1% con 4,2 milioni di ettolitri, seguito da Igt Puglia (4,5% a 1,6 milioni di ettolitri), Igt Toscana (4,4% a 1,6 milioni), Chianti (3,4% a 1,3 milioni), Igt Veneto (3,1% a 1,2 milioni), Montepulciano d’Abruzzo (2,9% a 1,1 milioni), Doc Delle Venezie (2,9% a 1,1 milioni), Igt Salento (2,8% a 1 milione) e Doc Sicilia (2,8% a 1 milione di ettolitri).
Anche la maggior parte dei 3,1 milioni di ettolitri di mosti italiani è detenuto nelle regioni del Nord (62,6%) e del Sud Italia (27,2%), con territori che, in particolare, detengono il 51,7% dei mosti: l’Emilia-Romagna (26,4%) e la Puglia (25,3).
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