
Come è noto il mercato del vino, a livello generale, non è nel suo momento più florido, tra cali di consumi, emergenza climatica e preferenze che cambiano. Tutto questo mentre la vendemmia si avvicina con qualche preoccupazione per le scorte che giacciono in cantina ma, allo stesso tempo, con un’attenzione sempre vigile per ottenere un equilibrio produttivo che possa valorizzare la qualità del vino. E mentre c’è chi cerca nuove soluzioni, allo stesso tempo c’è chi decide di avvantaggiarsi pianificando la nuova stagione di raccolta. Con lo scopo di una gestione programmatica della produzione e della tutela del valore del Pinot Grigio, la Doc Delle Venezie, oggi punto di riferimento del sistema Pinot Grigio nazionale e mondiale (è il primo vino bianco fermo italiano per volumi di produzione e di esportazione con oltre il 90% dei consumi oltreconfine ndr), ha approvato le misure di gestione dell’offerta per la vendemmia 2025. Nel dettaglio, è stata deliberata la riduzione della resa massima di uva per ettaro, che passa da 180 a 170 quintali e confermata la misura dello stoccaggio amministrativo, già adottata negli ultimi anni come strumento per governare l’offerta e dare equilibrio al mercato: per la campagna 2025/2026, il prodotto libero potrà, quindi, raggiungere i 150 quintali di uva per ettaro, mentre fino a 20 quintali/ettaro potranno essere destinati a stoccaggio.
Una decisione arrivata a seguito della delibera dell’Assemblea ordinaria dei soci del Consorzio Doc Delle Venezie dello scorso maggio, con le amministrazioni regionali (Regione Veneto, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Trento) che hanno approvato le misure di gestione delle produzioni da applicare al prodotto che sarà ottenuto nella stagione produttiva 2025/2026. Allo stesso modo degli anni precedenti, sarà, quindi, attuato un pacchetto di interventi studiato ad hoc per garantire continuità al lavoro di stabilizzazione e valorizzazione della Doc Delle Venezie, che rappresenta il sistema Pinot Grigio nazionale e mondiale. Con una superficie produttiva di 27.000 ettari ed una quantità pari a 230 milioni di bottiglie, nel contesto di una filiera produttiva composta da 6.141 viticoltori, 575 aziende di vinificazione e 371 aziende di imbottigliamento, la Doc Delle Venezie rappresenta oggi, infatti, l’85% del Pinot Grigio italiano ed il 43% di quello mondiale.
Come si legge nella delibera della Regione Veneto, “le misure di riduzione delle rese e di stoccaggio delle produzioni adottate per le vendemmie 2021, 2022, 2023 e 2024 hanno avuto in generale un riequilibrio tra domanda ed offerta e un conseguente innalzamento del livello qualitativo del prodotto”, una strada che quindi si ripercorrerà anche per il raccolto del 2025. Le misure deliberate per la campagna vitivinicola 2025/2026, spiega in una nota il Consorzio Vini Doc delle Venezie, “rappresentano un ulteriore passo in avanti verso una regolazione attenta del potenziale produttivo e della valorizzazione del sistema Pinot Grigio del Nordest. Un modello di collegialità territoriale che, con circa 27.000 ettari vitati distribuiti tra Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Trento, riunisce gli operatori della filiera produttiva della denominazione più estesa a livello nazionale”.
Per Luca Rigotti, presidente Consorzio Doc Delle Venezie, “in un contesto internazionale complesso rimane di fondamentale importanza l’applicazione delle misure di gestione dell’offerta con l’obiettivo di coordinare il potenziale produttivo, monitorare i volumi e favorire una crescita equilibrata della Doc Delle Venezie. Si tratta di scelte programmatiche che, pur in un quadro economico e geopolitico di notevole incertezza concorrono a mantenere una condizione di stabilità tra domanda e offerta di mercato, fattore che rappresenta un grande valore per i mercati internazionali di destinazione del Pinot Grigio Doc Delle Venezie, primo vino bianco fermo delle nostre esportazioni, icona del made in Italy nel mondo e una grande ricchezza per il nostro sistema vitivinicolo”.
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