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Affari & Finanza Di Repubblica

La Bocconi prende Milano a benchmark per le nuove tendenze nel vino ... Milano come il benchmark internazionale dello stile italiano nel mercato dei vini. Scende in campo la Sda Bocconi per promuovere la città degli affari internazionali a rappresentare il made in Italy nella filiera enologica mondiale: al MiWine che si apre oggi, alla nuova Fiera di RhoPero, a Milano, l’Osservatorio sul vino della business school milanese presenterà i risultati di una ricerca realizzata setacciando il capoluogo lombardo alla ricerca delle nuove tendenze internazionali. Anticipare le prospettive future del settore e consentire ai produttori di attrezzarsi per tempo, è questo l’obiettivo che si pone MiWine, una fiera molto orientata al B2b, business tra produttori di vari paesi. Tutto è in fase di profonda trasformazione e nuove mode stanno emergendo sia in fatto di consumi che di politiche di marketing dei produttori, nei confronti della distribuzione e del mercato finale. A Milano, WineTip tiene da tre anni l’unica degustazione in anteprima, per determinare attraverso un’apposita commissione il prezzo più adeguato di famose bottiglie, come si fa da sempre in Francia, mentre nel nostro paese escono in commercio bottiglie nuove a prezzi stratosferici decisi dal produttore secondo criteri prettamente personali. Se c’è una moda, quella scoppia a Milano, piazza d’affari internazionale ma anche primo bacino italiano per consumo di vini. A Milano si è tenuta la prima degustazione di Romanée Conti, segnale di un profondo cambiamento nella distribuzione delle etichette blasonate. La vendita, infatti, avveniva finora un portafoglio minimo di bottiglie miste, dai costi stratosferici: accessibili a facoltosi intenditori o enoteche e ristoranti che poi le rivendono spacchettate ai clienti. Ora cominciano a circolare cassettine da due o una bottiglia, direttamente per il consumatore. All’aeroporto di Milano Linate c’è il bancomat del vino, approdato anche alla stazione di Roma: un selfservice di calici d’alta gamma, che già ha dato vita a nuove mode, come il panino di McDonald’s accompagnato a uno Chateau Margaux. Due anni fa il decollo di MiWine che si propone ad anni alterni rispetto alla fiera di Bordeaux non è stato proprio brillante, ma cadeva in piena crisi. Oggi, lo scenario è profondamente cambiato. Al Vinitaly di Verona si fa il mercato, dicono gli operatori. Ma la città scoppia, e solo la pazienza british degli stranieri consente di aspettare in fila minimo un’ora e mezza per un taxi. Molti si lamentano degli stand che costano troppo. E già quest’anno si sono tenute manifestazioni alternative nella stessa data, a due passi della Fiera stessa, ma anche in altre località, legate a temi come il biodinamico, a cui sono attenti i giovani, proprio quelli che stanno inventando nuove forme di consumo del vino, per l’after hours, che a Milano sta conoscendo un vero e proprio boom, in discoteca, al wine bar. E proprio i nuovi trend hanno consentito ai produttori più accorti di riposizionare il proprio business. I risultati si vedono: i consumi interni sono risaliti, l’export pure.
Autore: Paola Jadeluca

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