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Affari & Finanza / La Repubblica

Gancia, le strategie della quinta generazione. Il giro d’affari è cresciuto di quasi il 25%. Ora si punta ad accrescere la presenza sui maggiori mercati esteri e a curare di più la rete distributiva. Un Gancia eletto a capo della potente associazione del Comité Européen du Vin ... Il passaggio è stato graduale, ma definitivo. Adesso le redini di casa Gancia sono nelle mani della quinta generazione, mentre quella che l’ha preceduta si ritira soddisfatta delle posizioni raggiunte: duemila ettari di vigne nelle principali zone vinicole italiane, una cinquantina di paesiclienti tra cui Giappone e Stati Uniti in forte ascesa, e un fatturato che negli ultimi cinque anni è cresciuto di due volte e mezza. In particolare nel 2002, difficile per tutto il mercato dei consumi, il gruppo piemontese ha aumentato il giro d’affari del 24,5% (a quota 90 milioni di euro) rispetto all’esercizio 2001.
A raccogliere il testimone e 153 anni di storia sono i "rampolli" della famiglia Vallarino Gancia: i due fratelli Lamberto e Massimiliano, e il cugino Edoardo. Il primo con l’incarico di presidente e amministratore delegato, gli altri due come amministratori delegati. "Abbiamo creato un team che riunisca persone esperte, cresciute all’interno dell’azienda e manager esterni. Amici imprenditori – racconta Lamberto – che condividano con noi progetti e strategie. Non a caso tra i consiglieri siede anche Carlo Peretti, presidente di OmnitelVodafone". Tutti sulla stessa lunghezza d’onda: "Il nostro compito –continua Lamberto è quello di innovare, nel rispetto della tradizione".
Del resto, in famiglia, lo spirito di ricerca e innovazione ce l’hanno nel sangue. Il loro progenitore, Carlo Gancia, è quello che nel 1865, dopo anni di sperimentazioni e anche di esperienze in aziende vinicole francesi, ha inventato lo spumante. Lo champagne italiano che nel tempo si è imposto sui mercati internazionali, dando del filo da torcere ai cugini d’Oltralpe. E non solo sul fronte delle "bollicine". La casa piemontese sta per segnare un altro punto: dal prossimo gennaio Lamberto Vallarino Gancia diventerà il nuovo presidente del Comitè Europeen des Entreprises du Vin a Bruxelles, l’organismo che si occupa dell’armonizzazione normativa, fiscale e tecnologicoproduttiva del settore in ambito europeo. Il primo italiano dopo anni di incontrastato dominio francese.
Ma i Gancia hanno battuto i "vigneron" anche su un mercato molto ricco e promettente come quello russo, dove hanno stretto una joint venture con la società Ladoga di San Pietroburgo, terzo produttore nazionale di vodka e bevande alcoliche. In proposito, nel quartier generale di Canelli nella valle del fiume Belbo, raccontano:" La Russia ha tutte le carte in regola per diventare un mercato strategico per i nostri prodotti. Dopo la crisi economica del 1998, la forte ripresa economica si è riflessa sul mercato dei consumi. L’aumento dei redditi insieme al riemergere della cosiddetta classe media, soprattutto in grandi città come Mosca e San Pietroburgo, hanno portato a uno spostamento del gusto e dei consumi sui prodotti di qualità medioalta". Risultato: negli ultimi due anni i vermut e gli spumanti made in Italy hanno raddoppiato le esportazioni verso la Russia.
Intanto si punta anche a nuovi mercati, giocando come sempre la carta dell’innovazione. "La nostra forza – spiega ancora il presidente di Gancia Spa – sta nel fatto che abbiamo il controllo su tutta la filiera produttiva. Nella quale abbiamo fatto e continueremo a fare massicci investimenti. Abbiamo comprato nuovi terreni dove stiamo piantando vitigni per produrre vini rossi". Il che significa, per i non addetti ai lavori, che fra quattro anni debutteranno sul mercato le nuove etichette della casa.
Nel frattempo nelle cantine di Canelli, rivoluzionate dall’arrivo di macchinari, tini, botti e strumenti sempre più perfezionati, si continuano a sperimentare e produrre nuovi "nettari". Il tutto sotto la guida di un team di esperti, enologi e tecnici coi quali lavora anche Lamberto Vallarino Gancia, che si è laureato in California con una specializzazione in enologia. Innovazione anche nelle strategie commerciali, che passa attraverso il rafforzamento delle reti di vendita e le partnership con le grandi reti distributive. Strada, questa, che nel nostro Paese non è stata sfruttata fino in fondo. "In Italia spiegano gli operatori anche per tradizione, la rete distributiva offtrade, vale a dire supermarket, grande distribuzione e grandi clienti, rappresenta il 50% delle vendite, contro l’80% del resto dell’Europa, dove ormai la distribuzione ontrade ( bar, ristoranti, enoteche eccetera) ha un peso sempre minore".
L’ondata di rinnovamento manageriale, produttivo e distributivo non poteva tralasciare il cotè immagine. Dopo i 3 milioni di euro investiti nella nuova campagna pubblicitaria, a Natale la storica azienda di Canelli presenterà il nuovo packaging disegnato per i prodotti destinati alla grande distribuzione.

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