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Affari & Finanza / La Repubblica

Investimenti e nuove rassegne, Verona pensa in grande: l’obiettivo è il raddoppio del giro d’affari nello spazio di 4 anni. Crescono i padiglioni coperti, per soddisfare tutte le richieste degli espositori ... «Dedicheremo la massima attenzione alle prime cinque fra le nostre manifestazioni, perché garantiscono l’87% dei ricavi e dei risultati. Continueremo a rispondere colpo su colpo e chiodo su chiodo. Apriremo nuove rassegne e realizzeremo importanti investimenti, fino quasi a raddoppiare il volume del giro d’affari entro il 2008». Le parole di Luigi Castelletti, presidente di Verona Fiere, indicano alcune delle priorità assolute definite per il futuro prossimo dell’ente fondato nel 1898, terzo per volume d’affari dietro a Milano e Bologna. Castelletti in primis dichiara che non molla il "presidio armato" attorno a Vinitaly, Fieragricola, Samoter, Marmomacc e Transpotec. Emblematico il duello andato in scena con Fiera Milano per il settore vinicolo.
Ma accanto alle azioni di difesa, il presidente richiama alcune delle linee guida dell’ambizioso piano industriale 20042008 di recente approvato e redatto con la consulenza di McKinsey. Nei prossimi quattro anni Verona Fiere prevede investimenti per 85 milioni di euro, integralmente in autofinanziamento e finalizzati essenzialmente all’ampliamento del quartiere espositivo. Attualmente la dotazione consiste in 97mila metri quadrati coperti e 117mila scoperti, i programmi contengono nuovi padiglioni per 26mila metri quadrati coperti. Nel piano si legge che «gli investimenti previsti consentiranno di soddisfare, anche se solo in parte, la domanda in eccesso su Vinitaly, Samoter e Marmomacchine, e potranno costituire un ulteriore polmone espositivo per Fiera Agricola, Fiera Cavalli e Abitare il Tempo, manifestazioni ormai prossime alla saturazione». I consulenti di McKinsey osservano poi che «per cogliere tutta l’attuale domanda inevasa sarebbe necessaria una espansione oltre l’attuale perimetro, che richiederebbe ulteriori investimenti per 25mila metri quadrati di superficie coperta e 20mila metri quadrati di superficie scoperta».
Qui viene in causa il tema di un nuovo quartiere fieristico, di cui Verona discute da anni e che i cui costi di realizzazione sono stimati in oltre 420 milioni di euro. Una cifra importante, da raffrontare però con un indotto valutato in 602 milioni di euro l’anno. Ma il pragmatico Castelletti taglia corto e intanto concentra ogni sforzo sugli obiettivi effettivamente conseguibili nell’arco temporale considerato. «Nel quadriennio che abbiamo dinanzi - dice il presidente - vogliamo valorizzare al massimo il patrimonio e le competenze acquisite. Vale per lo startup di nuove manifestazioni, in particolare nel solco del knowhow storico nel settore agroalimentare, da cui vogliamo trarre non l’ennesima mostra ma la sesta o la settima del calendario per volumi e per redditività».
Soprattutto dall’enfatizzazione dello storico core business - con nuove esposizioni dedicate alla filiera dell’ortofrutta, alle tecnologie agroalimentari, alla meccanica agricola e al cibo di qualità e al benessere - il piano industriale conta di ricavare notevoli risultati in termini di giro d’affari e redditività. I ricavi dovrebbero passare dai 54 milioni del 2002 ai 98 milioni attesi per il 2008, mentre in pari tempo il margine operativo lordo raggiungerà i 40 milioni contro i 26 del 2002 e l’utile netto salirà da 5,4 a 8,9 milioni. Le proiezioni operative prevedono un incremento dei metri quadrati venduti dai 618mila del 2002 agli oltre 810mila previsti alla fine del piano McKinsey. Ma il piano segnala pure che l’incidenza dei ricavi da servizi collaterali aumenterà dal 18% del 2002 al 39% del 2008. Vale a dire che, seguendo la pista già battuta per esempio da Fiera Milano, anche Castelletti intende offrire direttamente, o al più tramite società controllate e in partnership con operatori privati, tutti i servizi connessi all’attività fieristica: dalla ristorazione all’allestimento degli stands.
Nel piano si legge poi al capitolo "sviluppo internazionale" che Verona Fiere «valuterà con attenzione possibili alleanze con fiere italiane e europee». Castelletti intende infatti incrementare l’attività all’estero, avviata in particolare con la promozione di Vinitaly in Cina, Usa, Russia. Ma Verona enfatizza anche l’accordo con la Fiera di Monaco per la rassegna Baucon realizzata in India e dedicata ai settori costruzioni e marmo lapideo. E non meno importante appare il progetto di gestire il futuro nuovo quartiere fieristico di Varsavia, in accordo con enti e operatori locali. «Su terreni concreti come questo - dice ancora il presidente - possiamo fare squadra e coinvolgere il sistema fieristico regionale, ma anche Bologna o Rimini».

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