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Affari & Finanza / La Repubblica

Tenuta dell’Ammiraglia, la strategia “verde” nelle holding Marchesi de’ Frescobaldi ... Progettata e realizzata da Piero Sartogo e Nathalie Grenon in Maremma, la settima cantina della storica Famiglia toscana si inserisce nel nuovo trend di marketing per valorizzare il legame col territorio ... Come una grande ala di gabbiano si protende verso sud e verso il mare. Insegue sentori di viola e rosa canina, bouquet di pepe e liquirizia, il calore avvolgente e la mineralità, le note balsamiche e la sapidità che il vino col tempo, restituirà poi al ricordo. La Tenuta dell’Ammiraglia, appena inaugurata a Magliano, nel cuore della Maremma, in Toscana, arricchisce il portafoglio di cantine degli storici produttori Marchesi de’ Frescobaldi. Ultima nata, è la prima totalmente eco-compatibile tra le tenute di famiglia. “Un lembo di terra è stato sollevato per aprire una sottile e longilinea fessura nel declivio naturale del terreno”, raccontano Piero Sartogo e Nathalie Grenon, che hanno progettato e realizzato l’edificio, architetti scelti perla loro filosofia di rispetto del paesaggio. Pensata per abbatterei consumi energetici, le linee, eleganti, assecondano la natura. E tutta la terra scavata è finita sul tetto: favorisce così l’integrazione con l’ambiente e garantisce un microclima ideale nei locali sottostanti. “Il nostro stile è far parlare la terra”, commenta Vittorio Frescobaldi, presidente onorario della Compagnia de’ Frescobaldi, la holding che controlla le sette tenute di famiglia, emblema del made in Italy che campeggia sulle tavole di nozze dei reali d’Inghilterra. L’ identità con il territorio è sempre stata una delle leve chiavi del successo del vino italiano, che nonostante la concorrenza agguerrita dei vini del nuovo mondo riesce ancora a primeggiare nell’export. Ma farsi riconoscere nel mercato globalizzato, è sempre più difficile. La battaglia, che si tratti di uno scaffale di supermercato o di una enoteca illustre, infuria. Oggi, poi, di fronte alla donazione dei vitigni, come distinguere un Sangiovese italiano da uno australiano, uno zinfandel californiano da un primitivo di Manduria?
Anche il consumatore mass market si sta evolvendo, parla di abbinamenti, segue le degustazioni. Ma è sulla fascia alta che si gioca la grande partita. E ai palati raffinati non basta più solo distinguere tra sapori e prezzi. Il vino, al pari di una borsetta o un cappotto, viene scelto per quello che rappresenta. Più sali la gerarchia del mercato, più devi combattere per mantenere il fascino del brand, quel di più che fa la differenza. “Ci sono alcuni strumenti economici per differenziarsi”, commenta Karl Storchman, Professor of Economics alla New York University and nonché direttore del Journal of Wine Economics. Racconta Storchman: “Chi costruisce i nuovi templi dell’enologia, cattedrali del vino, vuole mandare un segnale chiaro di impresa di alta qualità, agli antipodi di una cantina di basso profilo: “guarda la mia cantina, costa 10 milioni di euro, ma il mio vino li vale tutti”, è questo il messaggio. Succedeva anche in antichità, con i templi dei Maya: “ci vorranno 20 anni per costruirli, ma ce lo possiamo permettere e siamo superiori a te””.
In questo scenario un ruolo a parte riveste il design “Si fa leva sull’architettura per invitare a visitare la cantina, ad avere un esperienza di vino completa che riguarda il paesaggio, la cultura, il prodotto”, racconta Elisabetta Virtuani, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza che ha condotto diversi studi sul settore. In particolare, la corsa all’aspetto eco-sostenibile fa una leva maggiore sul legame con il territorio. Il dibattito sulle emissioni di C02 è molto acceso nella comunità internazionale. E dalla Napa Valley allo Champagne, dalla Toscana alla Sicilia, sorgono cantine “verdi”, integrate nell’ambiente. La sinergia tra vino e design si è rivelata una strategia chiave per valorizzare l’identità unica e irripetibile di un territorio. “E’ il carattere del territorio che fa il carattere del vino”, ribadisce Vittorio Frescobaldi. Castello di Pomino, Castello di Nipozzano, Tenuta di Castiglioni, Tenuta di Castelgiocondo, Santa Maria, Costa di Nugola e, ora, Tenuta dell’Ammiraglia: sette brand sotto una unica holding. Ciascuno con la propria storia. Tutti insieme verso un unico risultato. Il business di famiglia, che oggi conta un giro d’affari di poco meno di 80 milioni di euro.


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