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Panorama

Il salotto buonissimo del vino…Il marchese Lamberto Frescobaldi incarna la grande tradizione enoica italiana, che la sua “galassia” di cantine porta avanti in tutto il mondo … Chi lo conosce bene giura che sia molto simpatico e soprattutto alla mano. Un uomo che – per dire - si presenta a casa di amici per cena con una bottiglia (di ottimo vino) infilata distrattamente nella tasca della giacca. Un uomo che non disdegna i messaggi vocali di WhatsApp in barba a chi, piccato, li ritiene la quintessenza della villania. Che monta in sella a una moto da cross mischiandosi volentieri a fango e polvere. Nulla di così sconvolgente per carità, se non fosse per il pesantissimo curriculum che costui, Lamberto Frescobaldi, si porta appresso. Nobile fiorentino, classe 1963, con un accento toscano edulcorato da studi all'estero (a Davis, in California, leggi Università più famosa al mondo per il wine business) è “il produttore” per eccellenza, come Dante “il poeta”. Rappresenta la trentesima generazione, sì trentesima, di una famiglia che ha iniziato a scrivere la storia del vino italiano attorno all’anno Mille e dal maggio del 2022, eletto all’unanimità, è anche il presidente di Unione Italiana Vini, il che significa che ogni giorno mette testa, energie, e senza mai sottrarsi la faccia, per tutelare gli interessi del settore vitivinicolo in termini politici e istituzionali sia in Italia, sia all’estero. Mica robetta, ecco, soprattutto di questi tempi con un’Europa incattivita (e non solo lei) che dà filo da torcere alla filiera di casa nostra. Detto ciò, Lamberto Frescobaldi più che di una cantina, è saldamente al comando di un’eno-costellazione. Alla Frescobaldi fanno capo nove tenute, nove “salotti” buoni, anzi buonissimi, che interpretano tutte le migliori espressioni del vino made in Tuscany. Si tratta di Castello Nipozzano, Tenuta Perano, Tenuta CastelGiocondo, Tenuta Castiglioni, Castello Porcino, Tenuta Ammiraglia, Gorgona, Rèmole e Tenuta Calimaia. In pratica non c'è un granello di Tuscia che non dia vita ai milioni di bottiglie di vino prodotte all'anno sommando, naturalmente, la capacità di tutte le diverse cantine. Castello Nipozzano, nel territorio del Chianti Rufina, è senza dubbio una delle più conosciute, nonché il quartier generale di famiglia. Con Porcino, come giustamente sottolinea DoctorWine, segna l’alfa della grande scalata all’Olimpo enoico. Ad ogni modo, non basterebbe l’intero giornale per raccontarle tutte e nove. Ma questa narrazione, seppur nella sua brevità, non può scordarsi di Gorgona. Gorgona è un’isola, la più piccola dell’arcipelago toscano, e dal 1869 è anche una colonia penale. Qui però i detenuti respirano, vivono all’aperto e imparano mestieri. Con la consulenza degli enologi Frescobaldi, cesellano Ansonica e Vermentino. Fanno il vino insomma. E un progetto virtuoso, figlio, prima di tutto e al netto di stemmi gentilizi, di un’anima nobile. Quella di Lamberto Frescobaldi.

 

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