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La Repubblica - Napoli

Slow Wine, Caserta in passerella Pallagrello e Asprinio le star … Due tedeschi sono entusiasti dell’Asprinio di Vite Matta. Ai complimenti segue una inattesa richiesta. Informazioni anche sulla mozzarella che è stata loro offerta. La trovano eccellente. Vincenzo Letizia spiega che cantina e caseificio sono dello stesso paese. Casal di Principe. Ma non dice tutto. Vite Matta è una cooperativa sociale in una struttura confiscata alla camorra. E le mozzarelle sono di Antonella Schiavone, omonima del superboss degli anni ‘90. Un momento significativo per Vincenzo e Antonella, giovani manager di una frontiera che lentamente avanza, che rompe con il passato di Casal di Principe, che ne offre una nuova immagine, con imprese pulite e produzioni ambiziose. I tedeschi lasciano gli indirizzi, affare fatto, nasce una doppia linea di export. La scena è descritta da Cesare Avenia, presidente del consorzio di tutela “Vitica”, che riunisce le aziende casertane. E lui che le ha portate allo Slow Wine Fair, vetrina di prestigio nel mondo del vino. Lo Slow Wine si è chiuso martedì a Bologna con numeri record. Dodicimila visitatori in tre giorni, 170 espositori di 27 paesi, 19 europei. Nuovi mercati per il vino italiano: Giappone, Sudafrica, Australia, Svezia, Messico. Intuibili vantaggi e prospettive delle aziende casertane, undici presenti sulle 38 campane. Tutte molto apprezzate dagli operatori italiani e stranieri. Un elenco importante: 38 aziende campane presenti, 11 casertane del Consorzio Vitica. Enoz, Salvatore Martusciello, I Cacciagalli, Sclavia, Virus Aurunca, Vitematta, Villa Sorbo, Tenuta Tralice, Il Verro, La cantina di Formicola che è proprio di Cesare Avenia e che attraversa un momento molto felice. Ha appena presentato “Sheeep”, spumante di un vitigno autoctono unico al mondo. Seguono I vignai del Casavecchia e Davide Campagnano. “Vite Matta” non solo per il doppio successo di Casal di Principe. E Un’azienda da conoscere meglio. Una cooperativa sociale che fa lavorare e forma ragazzi con difficoltà psichiche. Occupa 27 ettari confiscati a Francesco Schiavone. Undici i vigneti gli altri dedicati a culture di eccellenza. Vince Letizia ne parla con giustifica orgoglio. L’Aspiinio è vinificato in vino fermo ma anche in spumanti, il più diffuso è Radice Estrusca. Costano dai 15 ai 22 euro, fioccano dopo Bologna nuove prenotazioni. L’indirizzo enologico è di Gianluca Tommaselli, tecnologo alimentare. Il caseificio che viaggia in parallelo è di Antonella Schiavone, manager con una storia professionale altrettanto suggestiva. Ha studiato per elevarsi dal nulla come imprenditrice e donna in un contesto difficile. Vari punti vendita, uno a Pozzuoli con i gelati “Vesuvietna”, che nel simbolo dei due vulcani associa le migliori tradizioni del Sud. Salvatore Martusciello fa parte di Vitica, ma rappresenta una grande famiglia flegrea del vino. Ai Martusciello si deve la valorizzazione dell’Asprinio ma anche dei vini mossi di Lettere e Gragnano. Si è distinto Davide Campagnano, produzione a Castel Campagnano, ottimi Pallagrello e Casavecchia, ma anche una novità. Il Barbera del Sannio, tipico di Castelvenere, lanciato da Nicola Venditti e Antonio Ciambrelli. Il successo delle cantine casertane ipoteca un futuro importante. Nessuno li conosce meglio di Luigi Moio, che guida la scuola universitaria di Avellino e “Quintodecimo” aziende leader in Irpinia. Michele Moio, il padre, è stato il patriarca del Falerno. Osserva: “Pallagrelllo e Casavecchia hanno allargato la piattaforma ampelografica in una terra importante. Il Falerno è la storia. La surmaturazione a poca distanza dal mare ricorda le isole greche di Tio e Lesbo, con le viti quasi piegate sulla sabbia. Una potenzialità enorme per vini longevi e strutturati”. Di grande potenzialità parla anche Vincenzo Mercurio, versatile winemaker di esperienze in tutta Italia. “Pallagrello e Casavecchia hanno raggiunto un meritato prestigio”. C’è anche una vivacità imprenditoriale. L’avvocato Teresa Mincione ha appena rilevato l’attività di Manuela Piancastelli. Un’azienda di livello. Vi aggiunge la novità delle vinificazioni con anfora. Le grandi aziende hanno un destino. Rinascere. Di Caserta si riparlerà presto anche al Vinitaly.

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