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Affari & Finanza / La Repubblica

Gelo, siccità e alluvioni, un anno orribile. Ma il vino confida nella crescita dell’export ... Le gelate a febbraio, la siccità in un lungo periodo a cavallo tra primavera e autunno, infine due devastanti alluvioni in novembre. L’agricoltura toscana segnerà il 2012 come il suo anno orribile. La furia climatica non ha risparmiato alcuna produzione: da quelle di nicchia, come gli abeti del Casentino - giusto per citare una coltivazione in tema natalizio - che lamentano un milione di piante uccise dalla siccità, al core business dell’olio extravergine d’oliva e del vino. Le gelate di febbraio hanno danneggiato irreparabilmente le piante di olivo alle quote più alte, mentre la siccità dell’estate ha ridotto le quantità delle uve che sono state vendemmiate nel 2012 e che daranno - nelle previsioni - un vino buono ma non al top. Eppure gli imprenditori vitivinicoli toscani sono ottimisti:
secondo una recente e medita rivelazione del Settore research di Banca Monte dei Paschi di Siena, l’88% di loro (contro l’82% a livello nazionale) prevede la crescita deIl’export nel 2013. Ma a parte questa nota positiva, tempi difficilissime, dunque, per un’agricoltura che rappresenta il 2% del Pii della Toscana (il 3,4% con l’intero settore agroalimentare) per un valore di 3 miliardi, occupa 59 mila persone a tempo pieno e 23 mila nell’industria (nel complesso il 4,9% del lavoro regionale). In novembre nubifragi e allagamenti hanno colpito soprattutto le province di Massa Carrara e Grosseto. In Maremma la Cia ha appena finito di stimare danni - anche a macchinari, attrezzature e strutture, oltre alla distruzione delle colture e delle semine - a 1.500 aziende per un valore di 500 milioni di euro, quanto un sesto del Pil.

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