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Affari & Finanza / La Repubblica

Moet&Chandon stappa il business e inventa un nuovo Champagne ... Gli esperti l’hanno già promosso tra gli champagne più pregiati. il mercato non ha avuto ancora tempo di pronunciarsi, visto che è stato appena lanciato, ma il potenziale è grande. Intanto perché è a tiratura limitata, 25.000 bottiglie, vendute in sole 16 città. Ma sopratutto perché si tratta di uno champagne unico, finora mai prodotto,
MCIII, nome che combina insieme le iniziali di M&C, Moet&Chandon con il numero 3 romano, per indicare che è un assemblaggio di tre diversi strati, ciascuno legato a un materiale diverso: il primo Chardonnay e Pinot Noir del 2003, fermentati in acciaio; il secondo un blend di Mot & Chandon Grand Vintage 1998,2000 3 2002, e il terzo Moet&Chandon Grand Vingate Collection 1993, 1998 e 1999, bottiglie stappate rimesse in circolo. Il risultato? “Una cosa mai fatta prima”, afferma Sthéphane Baschiera, presidente di M&C.
Spiega Baschiera: “Non sarà la punta di diamante del nostro business, non cambierà le dimensioni dell’azienda, ma non è neanche una semplice operazione di immagine del brand. Con questo vino, perché è un vino strutturato e sofisticato com’è, vogliamo dimostrare che il nostro talento e capacità di assemblaggio delle uve e dei vitigni è infinito, fa parte del codice genetico di Moet&Chandon”.
Innovazione, la leva del business su tutti I fronti, dicono i guru del management. Ma rinnovare uno champagne sembra un’operazione impossibile. Puoi lavorare sul design, i cofanetti, le etichette. Ma il contenuto è sacro: l’impronta della maison, lo stile della casa, è la chiave di volta della storia e del successo delle bollicine francesi. MCCIII è la prova, invece, che si può inventare anche uno champagne.
“Ci sono voluti quindici anni”, racconta Benoit Gouez, lo chef de cave, il capo di tutta la produzione di cantina, artefice con la sua squadra, dieci esperti, tra uomini e donne, della nuova creatura. Da quando è arrivato in Moet&Chandon, ha rivitalizzato la vocazione all’innovazione della maison di Epérnay, con 28 chilometri di gallerie su tre livelli.
Gouez ha innalzato da 3 a 7 gli anni di invecchiamento dei Grand Vintage, i grandi millesimati. Ha inventato l’Ice Imperial, estivo, che si beve con il ghiaccio frutti di bosco e lime. Ma anche altre combinazioni. Un’eresia per gli appassionati. Una scossa per il tradizionale mondo dello champagne. Sono passati pochi anni, ma già altre 4 maison concorrenti hanno copiato l’idea.
Adesso, con MCIII Moet&Chandon ha definitivamente conquistato la vetta del mercato, l’alto di gamma.
Il segno che è riuscita a ricostruire tutto il suo antico allure, che era andato perduto, schiacciato tra i tanti brand nel portafoglio di Lvmh, cui fa capo M&C. Messi tutti insieme questi brand hanno venduto lo scorso anno 59,3 milioni di bottiglie. Una potenza di fuoco, In crescita costante da anni. Complessivamente preso il business wine&spirits di Lvmh ha perso in termini di fatturato il 3%, ma essenzialmente per problemi di valute, con il dollaro debole.
La sfida di mercato, oggi, è proprio fare presa nei mercati maturi come gli Usa. Qui, secondo la relazione finanziaria di fine anno, Moet&Chandon, il più venduto al mondo, ha registrato una forte crescita, dovuta a un piano strategico di investimenti nelle principali città. Gli Usa sono diventati il primo mercato. Il secondo il Giappone. E una promettente crescita si prospetta nella nuova frontiera del lusso, l’Africa. L’Africa ricca, ovvio. “L’Italia è tra i primi cinque per importanza”, racconta Baschiera. Gli champagne rallegrano i conti di Bernard Arnault Presidente e Ceo, nonché principale azionista, di Lvmh. Le bollicine rallegrano i conti di BemardArnault e la strategia del gruppo per questo segmento di lusso in bottiglia è l’innalzamento di valore dei prodotti, attraverso l’innovazione, appunto, e l’eccellenza.
“MCIII è una stratificazione, costruito come una casa piano dopo piano dalle dalle fondamenta”,racconta Benoit Gouez. E spiega: “Ho scelto come base il 2003 perché si sentiva molto bene il frutto, che è una delle cifre di Moet&Chandon”.
Poi arrivano le note speziate, tostate, minerali, un erbaceo elegante, ventate di freschezza al mentolo, spuntano persino note di basilico. Oltre alla cremosità..Gli abbinamenti consigliati sono tanti. Uno in particolare: “Con il tartufo d’Alba. So anche il ristorante dovrei andrei a testarlo”: parola di Stéphane Baschiera. Francese, ma con origini italiane che spuntano dietro al business.

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