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LA VICENDA

Agriturismo, la Corte Costituzionale stoppa la Toscana sull’aumento delle volumetrie

Dichiarato incostituzionale un articolo della legge regionale n. 15/2022. L’Assessore all’Agricoltura, Stefania Saccardi: “parleremo con il Governo”
AGRITURISMO, CORTE COSTITUZIONALE, TOSCANA, Non Solo Vino
Un agriturismo in Val d’Orcia, in Toscana (Ph: Luca Micheli via Unsplash)

In Italia ci sono oltre 25.300 agriturismi (dati Istat sul 2021). Di queste, poco meno di 4.300 sono in Toscana, Regione leader, dove c’è almeno un agriturismo nel 98% dei Comuni. Pochi dati, che dicono di quanto la Regione sia importante nel comparto agriturismo, e di quanto gli agriturismi siano un settore chiave per la Regione. Ed è anche per questo che assume rilevanza il fatto che la Corte Costituzionale, con sentenza del 13 aprile 2023, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 7, comma 1, della legge regionale Toscana n. 15 del 24 maggio 2022, che riguarda le disposizioni in materia di immobili destinati all’attività agrituristica. In particolare, l’intervento regionale è stato considerato dalla Corte Costituzionale contrario ai principi fondamentali in materia di governo del territorio contenuti nella legge statale 96/2006 che consente di utilizzare per attività agrituristica solo gli edifici o parte di essi già esistenti sul fondo agricolo dell’imprenditore agrituristico.
“La Legge Regionale Toscana n. 15/2022, con il comma 1 dell’articolo 7, è intervenuta nella materia relativa ai limiti di utilizzo di nuove volumetrie per svolgervi attività agrituristica. La ratio dell’intervento - spiega, a WineNews, l’avvocato Marco Giuri dello Studio Giuri di Firenze, tra i massimi esperti in diritto relativo ad agroalimentare ed enoturismo - era quello di assicurare, all’interno delle zone agricole dello stesso Comune o di Comuni confinanti, una disciplina razionale del territorio, volta a consentire il recupero e l’utilizzazione per attività agrituristiche del patrimonio edilizio già esistente. La disposizione regionale, nello specifico, consentiva di realizzare interventi edilizi in zone agricole per finalità agrituristiche mediante utilizzo di volumetrie trasferite da altri lotti”.
Ed è qui che, secondo la Corte Costituzionale, nasce il problema. “La censura principale sollevata dallo Stato centrale ha riguardato il fatto che la norma regionale si pone in contrasto con i principi fondamentali statali in materia di governo del territorio. Secondo la difesa statale, i trasferimenti di cubatura, che possono essere utilizzati anche a distanza di chilometri dal contesto in cui si trovavano gli originari manufatti, consentirebbero di realizzare nuove costruzioni, tali da determinare l’aggravio del carico urbanistico e la proliferazione di volumetrie in zone agricole. In effetti, legge della Toscana aveva introdotto la possibilità di utilizzare, in misura non eccedente - per singolo edificio aziendale - il 20% del volume legittimamente esistente, “trasferimenti di volumetrie” e “addizioni volumetriche” per finalità agrituristiche. Questa facoltà era condizionata alla imprescindibile salvaguardia dei caratteri dell’edilizia storico-testimoniale e, comunque, al mantenimento della destinazione d’uso agricola”.
Inoltre, la Corte Costituzionale, spiega ancora Giuri, ha preliminarmente evidenziato che la disciplina dell’agriturismo (Legge n. 96/2006) incide su una serie di ambiti materiali, alcuni di competenza legislativa residuale delle regioni (agricoltura e turismo), altri di competenza legislativa concorrente (governo del territorio, tutela della salute), altri ancora di competenza legislativa esclusiva dello Stato (tutela dell’ambiente e del paesaggio, tutela della concorrenza). In sostanza, però, al di là dei tecnicismi, per la Legge dello Stato la possibilità di destinare immobili a finalità agrituristiche è limitata attraverso il rigido riferimento a quei soli edifici che siano, anche in parte, “già esistenti nel fondo”, escludendo costruzioni ex novo.
Ma non tutto è perduto. “Siamo molto dispiaciuti - ha commentato la vicepresidente e Assessore all’Agricoltura Stefania Saccardi - che il Ministero della Cultura del precedente Governo abbia deciso di impugnare la norma che, di fatto, non andava ad aumentare il carico urbanistico di un’area, ma semplicemente consentiva agli agriturismi di recuperare delle volumetrie abbandonate per avere qualche piccolo spazio in più, utile soprattutto se si consideri che in un periodo così difficile, l’attività agrituristica è quella che consente alle imprese agricole di stare in equilibrio economico. Parleremo con il Governo - conclude Saccardi - per verificare la possibilità di recuperare la norma a livello nazionale”.

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