Allegrini esiste dal 1854: nata a Fumane, ha visto il successo grazie ad un giovanissimo Giovanni Allegrini, che ha puntato sulla qualità e sull'innovazione in vigna e cantina. Oggi è la quarta generazione ad averne il controllo, proprio dall'anno scorso, quando Francesco, Matteo e Giovanni Allegrini hanno acquistato l'86% delle quote di famiglia, lasciando a Silvia Allegrini il restante 14%. Tre le divisioni che insieme coordinano: il marchio e i vini Allegrini Wines - 150 ettari di vigneto prevalentemente nella zona classica (con qualche sforamento in zona Soave e Lugana) e una produzione media attuale di 1 milione di bottiglie all'anno; la distribuzione Corte Giara - che comprende anche altri marchi nazionali e internazionali; e infine la nuova cantina di Tenuta Merigo. Un nuovo inizio che ha coinciso anche con un ripensamento stilistico dei vini, ma il Classico della casa resta garanzia di freschezza e scorrevolezza. Dopo l'appassimento e la pigiatura, fermenta lentamente in acciaio per poi passare a maturare in barrique di primo e secondo passaggio per almeno 18 mesi. Dopo l'assemblaggio riposa a lungo, sia in legno che in bottiglia. La versione 2020 è vivace a succosa, come sempre, senza risultare banale: profuma di ciliegia e mora, con balsami di sottobosco e note terrose, e ricordi di goudron; il sorso è intensamente fruttato e floreale, dall'aderenza sapida e dal finale dolce-amaro di chinotto e mora.
(ns)
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