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LA STORIA DEL VINO

André Tchelistcheff e l’Italia: testimonianze sull’uomo che sussurrava al Masseto

A WineNews, il ricordo dei protagonisti nelle parole di Alessia Antinori, Giovanni Geddes de Filicaja e Gelasio Gaetani Lovatelli
ALESSIA ANTINORI, ANDRÉ TCHELISTCHEFF, GELASIO GAETANI LOVATELLI, GIOVANNI GEDDES DE FILICAJA, MASSETO, STORIA, vino, Italia
Andrè Tchelistcheff

Nella storia e nella narrativa del vino moderno esistono i pionieri, i visionari e gli uomini che hanno capito profondamente il rapporto di forza tra tutte le componenti, naturali e tecniche, di un percorso che porta a trasformare il frutto della terra in raffinata bevanda. Sono quelle figure mitologiche che hanno appoggiato l’orecchio al suolo per ascoltare l’originale suono della terra, tanto per fare un esempio. Esattamente come fece André Tchelistcheff, leggenda dell’enologia mondiale, quando arrivò in Toscana, a Bolgheri, davanti al vigneto che avrebbe poi dato la luce al Masseto.
L’enologo di origini russe, che ha fatto la storia della rinascita enologica della Napa Valley, celebrato dal film “André - The Voice of Wine”, diretto dal nipote, regista hollywoodiano, Mark Tchelistcheff, ha avuto un rapporto diretto ed importante con figure di spicco del panorama enoico italiano: come raccontano a WineNews i protagonisti di questa storia, Gelasio Gaetani Lovatelli d’Aragona, Giovanni Geddes da Filicaja e Alessia Antinori, figlia di Piero Antinori, che, in André Tchelistcheff, ebbe un vero e proprio punto di riferimento quando decise di puntare sugli Stati Uniti.
Una storia vera, quella ricordata da Gelasio Gaetani Lovatelli d’Aragona, che ne ricorda la grande umiltà. “Potevo fare ad André tutte le domande che volevo, anche quelle che ritenevo più stupide. Lui era sempre disponibile a rispondere, e mi ringraziava per avergli dato l’opportunità di riflettere, anche su una minima cosa. Ne ricordo la grande umiltà”.
“Un lungo legame con André, iniziato da mio padre negli anni Ottanta - inizia così il ricordo di Alessia Antinori, che ricorda di quando - consigliò a mio padre di continuare il progetto di “Antica” (l’azienda californiana targata Antinori, ndr) e lo convinse a visitare il Washington State. Venne spessissimo in Italia, come amico, consulente e advisor per tutti i nostri vini. La sua storia rappresenta il sogno americano”.

Il peso maggiore, dal punto di vista professionale, nell’enologia italiana André Tchelistcheff lo ha avuto nel fortunato lembo di terra in cui è sorta la coltivazione e la produzione di due tra i vini del patrimonio enoico italiano di maggior successo, Ornellaia e Masseto. Chiamato per consulenza da Lodovico Antinori, a WineNews, Giovanni Geddes da Filicaja, ne ricostruisce la storia. “C’è stata la visione di Lodovico di chiamarlo per parlare di questo territorio. L’intenzione primaria era quella di piantare il Cabernet Sauvignon, il Cabernet Franc, e a quell’epoca anche il Sauvigon Blanc, e solo pochissimo Merlot. Poi, quando André è arrivato alla collina di Masseto, che è ricca di argilla azzurra durissima, sentì, con l’orecchio appoggiato al terreno, e annusò direttamente il terroir e disse di piantare il Merlot: questa è stata la partenza del Masseto”.

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