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Vinitaly: la carta del vino? Indispensabile, dicono esperti. Indagine WineNews indica il futuro di questo strumento ... Come sarà in futuro la carta dei vini di un grande ristorante? Tutti sono concordi nel ritenere il ristorante la principale show room del vino, che ritrova finalmente il suo luogo d' elezione naturale, accompagnandosi al cibo. Ma è altrettanto chiaro che, come accade normalmente per qualsiasi altra merce, nella vetrina di ogni negozio non possono coesistere tutti gli articoli appartenenti allo stesso genere merceologico. E' possibile quindi che la carta dei vini, anche di un grande ristorante, possa subire qualche ridimensionamento e si trasformi in un altro menu, cioé in una selezione di vini personalizzata e mirata. Proprio per questo, nell' ambito del Vinitaly, Winenews ha reso noto un sondaggio tra alcuni opinion leader dell' enogastronomia italiana. "Credo che una carta dei vini enciclopedica non sia più funzionale ai piatti che propongo", afferma lo chef Gianfranco Vissani secondo il quale "il destino della carta dei vini di un grande ristorante è destinato a cambiare, facendo leva soprattutto sul gusto e le preferenze del ristoratore, che magari privilegerà i vini del territorio dove si trova il suo locale, accanto alle immancabili etichette di livello internazionale, italiane e non". Ivano Boso, responsabile dei vini dell' Enoteca Pinchiorri che vanta la cantina più importante del mondo commenta: "In un grande ristorante ci sono dei vini importanti che non possono mancare dalla carta e quest' ultima è necessariamente destinata ad ingrossarsi, perché la produzione mondiale di vini di qualità aumenta". "Io amo il vino come la cucina - spiega Vittorio Fusari, chef e patron de Il Volto d' Iseo in Franciacorta e presidente dell'Associazione della Ristorazione di Qualità - e continuerò a mantenere nel mio locale una carta dei vini con oltre mille referenze". Di diverso avviso Gianfranco Bolognesi, titolare del ristorante La Frasca di Castrocaro Terme (Forlì): "Già da cinque anni ho ridotto la quantità di bottiglie nella mia cantina, e credo di aver fatto una scelta prima di tutto a favore della mia clientela, non più costretta a pagare ricarichi eccessivi sui vini, causati dai costi di mantenimento di una cantina universale". Per Angelo Gaja, una delle griffe dell' Italia del vino più famosa nel mondo, spiega: "La carta dei vini resta uno strumento fondamentale, ma in Italia sia il cliente che il ristoratore non sono mai stati educati al suo corretto uso".

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