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Ansa

Produttori italiani scoprono la Romania ... Da una parte una terra vocata e il costo della manodopera poco elevato, dall' altra un mercato da 40 milioni di euro: è la Romania, una meta sempre più interessante per molti produttori italiani, che in questa terra hanno deciso di piantar viti o di esportare i propri prodotti. Dopo il crollo del comunismo nel 1989, e i difficili anni che sono seguiti, la Romania sta riscoprendo a pieno la grande vocazione vinicola che, negli ultimi anni, è arrivata a oltre 5 milioni di ettolitri, con una piccola ma sempre crescente quota venduta all'estero, pari a 2,8 milioni di bottiglie, con particolare orientamento verso il mercato inglese. Con l'ormai prossima adesione all'Unione Europea, la Romania dovrebbe partecipare a pieno titolo alla Pac, beneficiando di stanziamenti agricoli che, per il triennio 2007/2009, ammonteranno a 4,037 miliardi di euro, ripartiti tra interventi di mercato (732 milioni), pagamenti diretti (881 milioni) e sviluppo rurale (2,424 miliardi). Dal punto di vista imprenditoriale e immobiliare, il vigneto in Romania si sta dimostrando, come gli altri terreni agricoli, un valido investimento: il suo valore cresce del 30% annuo, con punte del 40%. Nel 2005, il consumo di vino nel paese dell'Est ha raggiunto i 40 milioni di euro, la maggior parte del quale prodotto in casa, penalizzando i vini d'importazione, contraddistinti da prezzi alti, mancanza di varietà e scarsa convenienza. I consumi romeni pro capite oscillano dai 20 a 25 litri a persona, ma la cultura enologica ha origine antichissime che risalgono alla dominazione dei romani. Proprio l'origine latina della Romania ha sempre favorito la cultura di bere vino e, quindi, può rappresentare un ulteriore volano per i consumi nell'importante Paese dell'Est.

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